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Il caso
16 Aprile 2025 - 07:40
«Alle 2.35 del 27 giugno 2020 Eliana ha smesso di vivere, il cuore dei miei genitori si è frantumato e il mio si è spezzato». Parla decisa Tiziana Rozio. Parla ricacciando indietro le lacrime e si fa forza per chiedere giustizia a nome di sua sorella, uccisa dal frigorifero che ha preso fuoco nell’appartamento di Beinasco dove Eliana viveva con il padre e la madre. Era il 27 giugno 2020 e domani comincia il processo contro i manager Lg accusati di omicidio colposo.
«La casualità non ha nulla a che vedere questo caso: se ci fosse, parleremmo di una morte imponderabile. Invece qui c’è una causa e una responsabilità. Il decesso di mia sorella poteva essere evitato: io e i miei genitori, che sono vivi solo perché ci sono ancora io, non cerchiamo una giustizia consolatoria. Ma non possiamo permettere che un dolore simile, che ti spezza, resti impunito. Il nostro dovere è fare di tutto affinché incidenti di questo genere non capitino più».
Poi Tiziana Rozio ricorda sua sorella: «Era piena di vita, insegnava il bello della vita a scuola e con i suoi amici. Aveva una grande passione per la fotografia perché diceva che tutto parla del bello: anch’io sono un’insegnante e cerco di fare la differenza in questo modo». Ma, soprattutto, Tiziana vuole che la morte di Eliana faccia la differenza: «Una persona che muore così non è poco, rappresenta l’umanità intera: non si può morire perché un elettrodomestico non funziona. Chi li produce, deve garantirli. Ci deve essere una catena che assicuri la sicurezza perché questi colossi la proclamano e non può essere tralasciata. Il sacrificio di una persona può e deve fare la differenza per la tutela di tutti noi».
La sorella della 46enne di Beinasco chiude con un riflessione legata al Paese di origine della Lg, l’azienda che ha prodotto il frigorifero bruciato: «La loro cultura è estremamente attenta alla sicurezza e rispettosa delle persone di una certa età: lì, davanti a un anziano, si fa un inchino e ci si prostra. E qui hanno spezzato la vita dei miei genitori, oltre a quella di mia sorella».
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