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Il caso
15 Aprile 2025 - 21:23
Da sinistra, Nedved, Agnelli e Paratici (Foto LaPresse)
Questo processo s’ha da fare: com’era previsto, la giudice romana Anna Maria Govoni ha respinto l’istanza di nullità della richiesta di rinvio a giudizio formalizzata lo scorso 17 luglio dalla difesa della Juventus e di Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene.
Gli ex dirigenti e il club bianconero sono a processo al tribunale di Roma per il caso plusvalenze e sono accusati, a vario titolo, di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza, false fatturazioni per generare plusvalenze fittizie e interventi irregolari sugli stipendi: è l’inchiesta Prisma, nata a Torino e spostata nella Capitale per competenza.
Quella che punta il dito contro la compravendita di calciatori, come gli scambi Pjanic-Arthur con il Barcellona, Caldara-Bonucci col Milan e Cancelo-Danilo con il Manchester City (più una lunga serie di compravendite con il Pescara, il Pisa, la Sampdoria, il Genoa, il Parma, il Sion, il Lugano, l’Olympique Marsiglia e la Pro Vercelli). Ma la Procura contesta anche la riduzione degli stipendi dei calciatori concordata durante la pandemia, considerata falsa.
I legali della società avevano sollevato due vizi formali sull’attività di sequestro del materiale informatico durante le due perquisizioni del 2021 e la mancata selezione del materiale pertinente al caso indicato nel decreto di perquisizione. Accogliendo le richieste della Procura di Roma e del Codacons, la giudice ha anche dichiarato inammissibile la richiesta di incidente probatorio e infondata la questione di legittimità costituzionale. Per Govoni è stato tutto regolare: l’udienza preliminare proseguirà il 19 maggio con l’interrogatorio di alcuni degli indagati e la discussione di Procura e parti civili.
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