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Il caso

Juventus alla sbarra, in 200 si fanno avanti per "entrare" nel processo

La Consob, fondi di investimento e piccoli azionisti vogliono costituirsi parte civile

Turin, Italy. 20/07/2020. Italian Serie A Football Championship.

Andrea Agnelli, Juventus con Paratici e Nedved (Depositphotos)

Azionisti, fondi di investimento, associazioni di consumatori e anche la Consob, l'autorità di controllo del mercato finanziario: sono alcuni dei soggetti che, stamattina, si sono fatti avanti per costituirsi parte civile ed "entrare" nel processo sui conti della Juventus. Obiettivo, vederci chiaro su plusvalenze e manovra stipendi o eventualmente ottenere dei risarcimenti. Anche perché, quando si tratta di società quotate in borsa (come la Juventus), le autorità di Borsa chiedono normalmente di essere messe al corrente. E chiarimenti dovrebbero arrivare sia per questa vicenda sia per l'inchiesta dell'eredità Agnelli, visto che vede indagati il presidente juventino, Gianluca Ferrero, e John Elkann, presidente di Exor, la holding della famiglia che controlla la squadra bianconera.

Le richieste di costituzione di parte civile sono arrivate all'apertura dell'udienza preliminare del procedimento davanti ad Anna Maria Gavone, giudice per l'udienza preliminare di Roma. Che ha ricevuto gli atti dal collega di Torino, Marco Picco, dopo che la Corte di Cassazione ha valutato la competenza territoriale e deciso per l'invio dell'inchiesta nella Capitale. Alla sbarra ci sono lo stesso club bianconero, come responsabile amministrativo, l’ex presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved, l’allora amministratore delegato Maurizio Arrivabene, altri dirigenti ed ex.

È novembre 2021 quando scattano le prime perquisizioni della Guardia di finanza nelle sedi juventine di Torino e Milano. Sono gli albori dell’inchiesta “Prisma” sui bilanci della società, che punta il dito contro la compravendita di calciatori e le cosiddette manovre stipendi del periodo Covid. Nell’inchiesta sono rientrati alcuni scambi "celebri", che avrebbero generato plusvalenze fittizie: Caldara-Bonucci con il Milan (21 milioni), Pjanic-Arthur con il Barcellona (43 milioni), Cancelo-Danilo con il Manchester City (5 milioni) e poi con il Pescara, il Pisa, la Sampdoria, il Genoa, il Parma, il Sion, il Lugano, l'Olympique Marsiglia e la Pro Vercelli. Ma la Procura contesta anche la riduzione degli stipendi dei calciatori concordata durante la pandemia, considerata fittizia. 

Durante l'inchiesta, vengono ascoltati dirigenti e campioni fino a ottobre 2022, quando il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e il pubblico ministero Mario Bendoni chiudono l’indagine preliminare: i reati contestati sono, a vario titolo, manipolazione del mercato, false comunicazioni sociali delle società quotate, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e ostacolo agli organi di vigilanza (con 13 indagati). E a novembre si dimettono in blocco lo stesso Agnelli e il resto del Cda bianconero, per cui erano state richieste anche delle misure cautelari, bocciate dal giudice per le indagini preliminari.

Nel frattempo la giustizia sportiva fa il suo corso e decide per la penalizzazione della Juve nel campionato di calcio 2022/2023: 10 punti in meno, settimo posto in classifica ed esclusione dalle coppe europee, decisa successivamente dall’Uefa.

Dal punto di vista penale, intanto, il gup Picco avrebbe dovuto decidere per il proscioglimento o per il rinvio a giudizio. Invece ha mandato gli atti alla Cassazione per decidere sulla competenza territoriale, con il dubbio fra Torino, Milano e Roma: i bianconeri sono quotati in Borsa nel capoluogo lombardo, dove ha sede anche la società che ha diramato il comunicato stampa di approvazione del bilancio 2019 (quello principalmente sotto accusa). Secondo i procuratori Mario Bendoni e Marco Gianoglio, la competenza territoriale dovrebbe rimanere a Torino perché lì ha sede l’azienda Juve. Alla fine “ermellini”, come vengono definiti i giudici della Cassazione, hanno deciso per Roma perché qui hanno sede i server della piattaforma che avrebbe diffuso le false comunicazioni agli azionisti. 

Nella Capitale, a sostenere l'accusa, sono i pubblici ministeri Giorgio Orano e Lorenzo Del Giudice, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Stando a quanto filtra, pare andare verso l’archiviazione la posizione - già stralciata dalla Procura torinese - di Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano (ex componenti del cda); oltre che di Stefania Boschetti e Roberto Grossi (revisori per Ernst&Young). Erano già stati stralciati anche due capi d’imputazione contestati all’ex direttore sportivo Fabio Paratici e relativi all’ultimo dei bilanci analizzati dagli investigatori, quando il dirigente si era già trasferito al Tottenham.

Così si arriva a oggi, con le circa 200 istanze di parte civile presentate al gup di Roma. Le istanze sono state avanzate, tra gli altri, da Consob, azionisti, fondi di investimento e associazioni dei consumatori. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 27 gennaio.
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