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Agrivoltaico in campo: l’Italia accelera la transizione energetica partendo dall’agricoltura

Legambiente: grazie ai fondi PNRR questa tecnologia diventa un alleato alla decarbonizzazione

Agrivoltaico in campo: l’Italia accelera la transizione energetica partendo dall’agricoltura

Secondo Legambiente, la transizione energetica del settore agricolo passerà inevitabilmente dall’agrivoltaico: un modello innovativo che integra la produzione di energia solare con l’attività agricola, sfruttando le superfici coltivate in modo intelligente. Questa convinzione è stata ribadita nel corso del primo Forum Nazionale sull’Agrivoltaico tenutosi a Roma, dove l’associazione ha messo in evidenza dati, risorse economiche e benefici ambientali legati a questa tecnologia.

Nel 2024, su 304 valutazioni ambientali espresse dalla Commissione PNRR-PNIEC del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ben 153 – pari al 50,3% – riguardavano impianti agrivoltaici. Il 78% di questi progetti ha ricevuto un parere favorevole, mentre il restante 22% è stato bocciato.

Legambiente sottolinea come l’agrivoltaico sia stata la tipologia impiantistica più ricorrente nei pareri espressi dal MASE nel 2024. Un dato significativo, che conferma la crescente centralità del fotovoltaico in agricoltura. Oltre a generare energia pulita, i pannelli solari installati sopra le colture possono contribuire a migliorare le rese produttive, limitare l’evaporazione dell’acqua dal suolo e favorire un’agricoltura a basse emissioni, più resiliente di fronte agli effetti del cambiamento climatico.

A sostegno dello sviluppo dell’agrivoltaico c’è anche un robusto investimento previsto dal PNRR: 1,1 miliardi di euro per installazioni che dovranno produrre almeno 1.300 GWh l’anno, raggiungendo una potenza complessiva di 1,04 GW entro il 30 giugno 2026. Alla chiusura del primo bando, nel settembre 2024, erano arrivate 643 richieste di finanziamento, per lo più dal Sud Italia e dalle Isole. Viste le risorse ancora disponibili, il bando è stato riaperto da aprile 2025 con scadenza a fine giugno.

Per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, è essenziale contrastare la narrazione negativa che spesso accompagna le rinnovabili in ambito agricolo. “L’agrivoltaico è una risposta concreta alla crisi climatica e un’opportunità per rafforzare la redditività delle aziende agricole. Occorre superare contrapposizioni sterili e costruire un modello integrato che tuteli il paesaggio e favorisca la transizione ecologica”.

Secondo Ciafani, è fondamentale anche modificare l’articolo 5 del decreto agricoltura, che attualmente ostacola l’installazione del fotovoltaico a terra, persino in aree agricole marginali o inquinate che potrebbero essere valorizzate.

Dal progetto europeo Value4Farm emergono ulteriori conferme. Studi dell’Università Cattolica di Piacenza su mais, sorgo e soia hanno mostrato rese simili, se non superiori, a quelle in pieno sole, soprattutto in condizioni di siccità. L’efficienza nell’uso dell’acqua è migliorata in media del 15% e le giornate di stress idrico si sono ridotte del 60%.

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