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Salute
18 Aprile 2025 - 16:55
Intestino
Nella lotta contro le interminabili liste d’attesa per la colonscopia tradizionale, un’innovazione sta finalmente facendo la differenza: la colonscopia virtuale, una metodica che promette di ridurre sensibilmente i tempi di attesa senza compromettere la qualità diagnostica. Presentata ieri presso l'Asl To 4, la colonscopia virtuale è destinata a cambiare il panorama della diagnostica gastroenterologica, rispondendo alle crescenti esigenze di un sistema sanitario sotto pressione.
La colonscopia tradizionale, seppur fondamentale per diagnosticare malattie gravi come il cancro del colon, è un esame invasivo, talvolta difficile da tollerare, soprattutto per i pazienti anziani o con problematiche cardiache. Ecco perché la colonscopia virtuale, che utilizza una tomografia computerizzata (TC) per visualizzare l’intestino senza l’invasività del tradizionale endoscopio, rappresenta un’alternativa preziosa. È meno rischiosa, meglio tollerata e particolarmente utile per i pazienti fragili, che temono i rischi di un’anestesia o di complicazioni legate all’intervento tradizionale.
Grazie a questo progetto innovativo, la Asl To 4 mira a ridurre i tempi di attesa per la colonscopia tradizionale, concentrando le risorse sui pazienti che necessitano di interventi più complessi. La colonscopia virtuale non sostituisce completamente la colonscopia tradizionale, ma rappresenta una validissima alternativa per i pazienti che non richiedono interventi terapeutici immediati. Un esempio concreto di questa strategia si è visto già nel 2019, quando il passaggio di 500 prestazioni a colonscopia virtuale ha portato a una riduzione significativa dei tempi di attesa.
Il progetto, oltre a prevedere la selezione dei pazienti idonei alla colonscopia virtuale, è organizzato in modo da garantire una diagnosi accurata e un follow-up tempestivo. I pazienti selezionati vengono contattati direttamente dalla Radiologia per proporre questa alternativa diagnostica come opportunità di ridurre i tempi di attesa, senza che diventi un obbligo. Se i risultati dell’esame virtuale sollevano sospetti di patologie gravi, il percorso è accelerato, con un approfondimento previsto entro 90 giorni per i casi non urgenti e 10 giorni per i sospetti oncologici.
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