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Il simbolo

L'anello del Pescatore: che cos è e perché simboleggia la rivoluzione di papa Francesco

Alla morte del Pontefice, come da tradizione, è stato distrutto dal Camerlengo

L'anello del Pescatore: il simbolo del potere papale da cui passa la rivoluzione di papa Francesco

L'anello del Pescatore (Fonte Pope2you.net)

Un gesto antico quanto il cuore della Chiesa. Un simbolo che si infrange per segnare la fine di un’era. Con la morte di Papa Francesco, il Camerlengo si appresta a compiere uno dei riti più solenni del Vaticano: la distruzione dell’anello del Pescatore, l’“Annulus Piscatorius”, sigillo del potere pontificio e soprattutto simbolo del potere papale.

Alla presenza dei cardinali, il Camerlengo lo ha sfilato l’anello dal dito del Pontefice defunto e lo ha spezzato. Un gesto solenne, carico di storia, che segna ufficialmente la fine del pontificato e l’inizio della sede vacante. Un tempo, proprio con quell’anello si siglavano i documenti papali: distruggerlo significa impedire ogni possibile contraffazione, ogni abuso del nome del Papa ormai defunto.

L’anello del Pescatore non è mai uguale. Ogni Papa ne riceve uno esclusivo, realizzato appositamente. Di norma in oro massiccio, reca incisa l’immagine dell’Apostolo Pietro, il pescatore d’anime, ritratto mentre getta le reti, segno della missione evangelica affidata alla Chiesa. Ma anche qui, Papa Francesco ha voluto cambiare la tradizione, ennesimo gesto rivoluzionario del suo pontificato.

Per sé, scelse un anello in argento dorato, opera postuma del celebre scultore Enrico Manfrini. Al posto delle reti, le chiavi del Regno, simbolo del potere spirituale conferito a Pietro da Cristo. Un gesto coerente con lo stile di Bergoglio: essenziale, teologico, carico di significato e privo di sfarzosità.

La storia di quell’anello affonda le radici nei pontificati precedenti. Il modello scelto da Francesco era nato in cera per Paolo VI, due anni prima della sua morte. Fu poi fuso in argento dorato nel 1988, per essere preservato. A custodirlo fu prima monsignor Pasquale Macchi, segretario di Montini, poi monsignor Ettore Malnati. L’idea di proporlo a Bergoglio si deve al cardinale Giovanni Battista Re, figura di rilievo nel Sacro Collegio.

Ma se l’anello spezzato segna la fine di un Papa, un nuovo anello annuncia l’inizio di un altro. Nella solenne Messa d’inaugurazione del pontificato, sarà il cardinale Decano a infilare il nuovo anello all’anulare della mano destra del Pontefice appena eletto. Da quel momento, lo porterà sempre con sé: segno visibile della continuità apostolica, della missione affidata a Pietro e ai suoi successori nel mare della storia.

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