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Verso il Conclave

La Chiesa mai così vicina allo scisma, ecco cosa potrebbe accadere

Georg Gänswein richiamato in Vaticano per mediare con l'ala più oltranzista e tradizionalista del Sacro Collegio

La Chiesa mai così vicina allo scisma,  ecco cosa potrebbe accadere

Padre Georg Gänswein

Una delle prime persone che si sono recate a pregare di fronte a corpo senza vita del papa, è stato il cardinale Angelo Becciu. Per anni braccio destro di Francesco e poi privato dei suoi privilegi cardinalizi. Ma la domanda che ieri si ponevano alcuni porporati, compreso il Camerlengo Farrell, è se Becciu sia ancora cardinale o meno. In effetti a lui non è stata revocata la porpora, pertanto potrebbe partecipare all’elezione del nuovo pontefici, a meno che motivi di opportunità lo inducano a rinunciare. Sarebbe un peccato, mormoravano ieri tra le Mura Leonine, perché Becciù è sempre stato un «grande tessitore», non inviso a progressisti e conservatori. E di mediatori oggi la Chiesa ne ha bisogno come il pane perché, sullo sfondo del Conclave, vi sarebbe lo spettro non di uno, ma addirittura di due scismi. Uno ad opera dei conservatori più radicali, il secondo lo potrebbero minacciare porporati altrettanto radicali, ma della parte opposta, e fedeli seguaci della Teologia della Liberazione. Per evitare la diaspora, almeno da parte dei tradizionalisti, potrebbe essere richiamato a Roma padre Georg Gänswein, già segretario di Papa Ratzinger e leader moderato di quella parte della Chiesa che è sempre stata critica nei confronti di Bergoglio.  Ma per ora a muoversi sono esclusivamente i movimenti ecclesiali che si rifanno all’una o all’altra parte, senza però indicare chi tra i cardinali potrebbe essere con loro. La morte di Francesco ha anche innescato reazioni di cattivo gusto che sono rapidamente rimbalzate sui social con una fotografia che ritrae il Papa sofferente e con la scritta “Viva”.

Una parola, certo non secondaria, la diranno ai cardinali anche gli ordini religiosi, i gruppi, gli istituti secolari e i movimenti ecclesiali che potrebbero sostenere il “candidato di mediazione” per non rischiare d’essere cancellati o di perdere privilegi e prebende. Tra i papabili della prima ora, sul fronte conservatore spiccano i nomi di Timothy Dolan (Usa), arcivescovo di New York, e Gerhard Ludwig Müller (Germania), prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede; Kurt Koch (Svizzera), prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e Marc Ouellet (Canada), prefetto emerito del Dicastero per i Vescovi e Robert Sarah (Guinea), prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino. Sul fronte progressista, invece, avranno un peso determinante Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo) e Michael Czerny (Canada). Tra gli outsider (progressisti o conservatori, ma moderati) ci sarebbero i cardinali, il filippino Luis Antonio Tagle, prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, il francese Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, il portoghese José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Mario Grech (Malta), segretario generale del Sinodo dei vescovi, Péter Erdo (Ungheria), arcivescovo di Esztergom-Budapest, Anders Arborelius (Svezia), carmelitano, Charles Bo (Myanmar), arcivescovo di Yangon, Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo), Willem Jacobus Eijk (Paesi Bassi) e anche Pierbattista Pizzaballa patriarca di Gerusalemme dei Latini.

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