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Cronaca
23 Aprile 2025 - 22:05
Il tribunale di Torino ha recentemente emesso un verdetto sulla vicenda degli allevatori della Valsusa. La questione risiede nelle accuse di truffa ai danni dell'Unione Europea mosse contro quattro allevatori valsusini. Secondo l'accusa questi avrebbero simulato compravendite di greggi per ottenere indebitamente circa 300mila euro di contributi europei.
Il tribunale ha stabilito che "il fatto non sussiste" assolvendo gli imputati da queste gravi accuse. La decisione si basa su una normativa specifica della regione Valle d'Aosta che consente il pascolo per conto terzi senza limiti permettendo ai pastori di ottenere aiuti pubblici purché pascolino personalmente le pecore indipendentemente dalla proprietà degli animali. La legge regionale, in questo caso, ha fatto la differenza tra una condanna e un'assoluzione dimostrando come i pastori stessero legalmente pascolando.
Se da un lato quattro allevatori sono stati assolti dall'altro due di loro sono stati condannati a due anni e nove mesi di reclusione per peculato. La vicenda riguarda 150 pecore speciali affidate dal Parco Alpi Cozie per un progetto di recupero dell'habitat naturale. Queste pecore avrebbero dovuto pascolare tra Bussoleno e Mompantero ma un sopralluogo dei carabinieri forestali ha rivelato che l'erba in quella zona era rimasta alta, segno che le pecore non erano mai arrivate lì. Alcune delle pecore sono state ritrovate in Valle d'Aosta mentre la maggior parte sarebbe stata venduta e macellata senza il consenso dell'ente parco. Questo comportamento ha portato alla condanna per peculato un reato che sottolinea la responsabilità degli allevatori nella gestione di beni pubblici. La sentenza prevede anche un risarcimento di 30mila euro al Parco Alpi Cozie.
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