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Cronaca
24 Aprile 2025 - 07:18
Macerie
Kiev si è svegliata all'alba del 24 aprile con le sirene antiaeree che squarciavano il silenzio della notte. Un nuovo attacco russo, tra i più violenti degli ultimi mesi, ha colpito la capitale ucraina con una raffica di missili e droni, provocando almeno nove morti e 63 feriti. Tra questi anche sei bambini e una donna incinta. Una tragedia che si è consumata tra le esplosioni e la corsa nei rifugi, mentre le difese aeree cercavano disperatamente di intercettare l’ondata distruttiva.
Intorno all'1:00 ora locale (mezzanotte in Italia), si sono registrate le prime esplosioni a Kiev. Secondo quanto riferito da un giornalista del Kyiv Independent, il cielo è stato squarciato da detonazioni multiple, mentre le autorità ordinavano alla popolazione di mettersi al sicuro nei rifugi. Il sindaco Vitali Klitschko ha confermato che le difese aeree erano attive e ha lanciato l’allerta su tutto il territorio cittadino via Telegram.
Poco dopo, è arrivata la tragica conferma: cinque persone ferite, tra cui un bambino di tre anni, ricoverato d’urgenza. Ma il bilancio era solo provvisorio.
Nel corso della notte, le notizie si sono susseguite in un crescendo di angoscia. Il numero dei feriti è salito a 54. Trentotto persone sono state ricoverate negli ospedali della capitale. Il sindaco Klitschko ha parlato di civili intrappolati sotto le macerie e ha annunciato il proseguimento delle operazioni di soccorso.
All’alba, i funzionari ucraini hanno confermato il bilancio più drammatico: nove morti accertati. Intanto, da Mosca, il Ministero della Difesa ha dichiarato di aver abbattuto nella notte 87 droni ucraini su varie regioni russe e sulla Crimea, in quella che si configura come una nuova fase dell’escalation militare tra i due Paesi.
Il raid del 24 aprile rappresenta una delle offensive più pesanti contro la capitale ucraina dall’inizio del 2025. Non solo per la portata dell’attacco, ma anche per l’impatto sulle vite dei civili: famiglie distrutte, bambini feriti, edifici residenziali sventrati.
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