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Il caso
25 Aprile 2025 - 19:40
Esplode la polemica dopo gli scontri di giovedì alla fiaccolata in ricordo del 25 aprile: da un lato il centrodestra stigmatizza minacce e violenze, parlando di «oltraggio al significato di questa giornata» e manifestando solidarietà al sindaco Stefano Lo Russo, finito nel mirino degli antagonisti; dall’altra, lo stesso primo cittadino parla di «episodi spiacevoli ma circoscritti, che non minano lo spirito del 25 aprile».
I fatti: ci sono stati calci e pugni, con i Pro Pal che si sono presi il palco al termine del corteo. E che hanno lanciato frutta marcia e attaccato direttamente il sindaco, esponendo un fantoccio con le sue sembianze in tuta militare. Aggiungendo il coro «Lo Russo attento ancora fischia il vento».
I primi a polemizzare sono Europa Radicale e Radicali italiani, che sottolineano di essere stati allontanati dal corteo a causa delle loro bandiere europee e ucraine (tra loro anche il consigliere comunale Silvio Viale): «Considerarle una provocazione è un insulto. Impedirci di manifestare con violenze e minacce è un atteggiamento fascista». Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, esprime solidarietà e aggiunge: «Ogni forma di violenza e intimidazione, soprattutto in momenti che dovrebbero unire nel ricordo e nella riflessione comune, rappresenta un grave segnale di intolleranza da respingere con fermezza».
Gli fa eco il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo: «Condanno i gravi episodi di violenza che hanno profondamente offuscato lo spirito dell’anniversario della Festa della Liberazione. Questa ricorrenza è per tutti noi un patrimonio irrinunciabile di memoria, dignità e libertà, al di là dell’appartenenza politica o ideologica. Strumentalizzarla per fini divisivi o aggressivi è un insulto alla memoria di chi ha combattuto per la nostra libertà».
La deputata Augusta Montaruli (Fdi) se la prende con la sinistra: «Peggio di così non poteva fare: litiga al suo interno, arriva alle mani aggredendo altre fazioni, fa violenza verso le forze dell’ordine, oltraggia il 25 aprile e viola il lutto nazionale». Il senatore Roberto Rosso (Forza Italia) definisce «gravissimo» quanto successo giovedì: «Chi aggredisce, minaccia e insulta non è un manifestante: è un violento. Torino è purtroppo diventata teatro abituale di scorribande antagoniste ormai fuori controllo, che non risparmiano neppure il 25 aprile, trasformando una ricorrenza simbolo dell’unità nazionale in un palcoscenico per l’odio ideologico e la violenza».
Arrivano critiche anche dal segretario provinciale del sindacato di polizia Cosap, Raffaele Pascarella: «Ieri abbiamo contato 5 feriti tra le forze dell’ordine, che si aggiungono alle decine di feriti in manifestazioni solo nel Torinese nel 2025. Chiediamo che venga messa fine alla mattanza dei colleghi che si occupano di ordine pubblico».
Tutto questo, per il sindaco, sono «episodi spiacevoli ma circoscritti che non minano lo spirito del 25 Aprile». Parola di Stefano Lo Russo, che ha commentato così quanto successo durante la fiaccolata di ieri sera: «Non va perso il significato profondo di questa giornata - sottolinea il primo cittadino durante le celebrazioni di ieri per gli 80 anni della Liberazione - È un messaggio di profonda unità del Paese, che dalla guerra di Liberazione ha costruito le basi per avere una Costituzione, libertà, un sistema democratico e le ricostruzione».
Come da tradizione, Lo Russo ha partecipato all’omaggio ai Caduti e alla deposizione delle corone di fiori ai cippi e alla lapidi loro dedicati al cimitero Monumentale. A seguire, eventi in centro, con la chiusura domani con il concerto “Aldo dice 26x1 - Sinfonie e canti per la libertà” al teatro Regio (ore 18.30).
«Oggi siamo qui per un 80esimo anniversario cui Torino, medaglia d’oro della Resistenza, è estremamente legata - prosegue Lo Russo - Dobbiamo ricordare chi ha donato la propria vita per garantire decenni di libertà e democrazia all’Italia». Non solo: «In un momento molto complesso dobbiamo ricordarci che libertà e democrazia non sono acquisiti per sempre: dobbiamo essere vigili custodi di quanto ci è stato donato da tutti quei ragazzi».
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