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Il caso
30 Aprile 2025 - 07:20
Foto di repertorio
«Sono arrivata a scuola e c'era mio figlio di 6 anni con la mano sulla guancia. E la maestra mi ha subito detto: "Gli ho tirato uno schiaffo, non volevo darglielo così forte».
Inizia così il racconto di una mamma torinese, che subito dopo ammette di essersi "vendicata" dell'insegnante: «Mi è salita una rabbia incontrollabile e l'ho colpita anch'io. Chiedo scusa». Poi ha chiamato il 112, è arrivata la polizia, il bimbo è stato visitato in ospedale e sono scattate le denunce reciproche: «Io so che la collega è andata in ospedale perché è caduta e le hanno dato sette giorni di prognosi - fa sapere Annamaria Capra, la dirigente del Da Vinci-Frank, l'istituto comprensivo dov'è avvenuta la vicenda - Aveva già prima dei problemi alla cervicale e da quando è successo è a casa in mutua». E non è escluso che scattino dei provvedimenti: la preside ha segnalato l'episodio all'Ufficio scolastico regionale, che sta valutando come reagire. Intanto le forze dell'ordine procedono per il reato di abuso dei mezzi di correzione (per la maestra) e per lesioni (per la mamma).
I fatti risalgono a una ventina di giorni fa: sono le 16 del 7 aprile quando la mamma torinese si presenta in via degli Abeti, quartiere Falchera, dove il figlio frequenta la scuola dell'infanzia Luxemburg (che fa parte del Da Vinci-Frank). La maestra le comunica lo schiaffo, la signora reagisce e chiama il 112. Arriva una pattuglia della polizia, che identifica le due donne. Poi il piccolo viene portato all'ospedale Maria Vittoria, dove viene visitato e dimesso con due giorni di prognosi. Quindi scattano le denunce: «È da settembre che esponiamo il problema di questa maestra ma finora non siamo stati ascoltati - aggiungono la mamma e il marito - Come abbiamo riportato nella denuncia, nostro figlio ci diceva da tempo che quella insegnante urla sempre e strattona le bambine per i capelli. L'abbiamo anche vista tenere un alunno per il collo e tenerlo bloccato a terra». Sul punto replica direttamente la dirigente scolastica: «Sappiamo che la famiglia aveva avuto problemi e ne abbiamo parlato a scuola, come succede ovunque. Ci siamo confrontati con l'insegnante e con la coordinatrice. E abbiamo notato che recentemente le cose sembravano andare meglio». Ci sono stati problemi anche con altre famigli? «Non risultano segnalazioni ulteriori, sono andata a controllare dopo quello che è successo. Altrimenti sarei intervenuta per evitare di arrivare a una situazione di tale tensione».
La famiglia, intanto, si è rivolta a un avvocato, Domenico Peila. Che commenta: «Sono situazioni che hanno dell’incredibile, considerando il ruolo e la permanenza in organico della maestra». Anche perché, come dicono i genitori, da quando è successo tutto questo «il bambino è terrorizzato e non vuole più andare a scuola». Ribatte ancora la professoressa Capra: «Intanto qui parliamo di un presunto doppio schiaffo. E ora è tutto in mano all’ufficio scolastico, che è l'organo competente. Alla scuola tocca raccogliere le informazioni e le testimonianze, sentendo le due parti e inviando una relazione. Poi mi aspetto una chiamata dalle forze dell'ordine».
La dirigente ragiona anche sul contesto generale: «È impegnativo, da parte nostra c'è un grande lavoro per risolvere i problemi. Soprattutto nella scuola secondaria, dove ci sono situazioni più delicate. Ma non ho mai avuto casi del genere in 6 anni che faccio la preside. Ora la scuola sta facendo tutto quello che può per supportare e intervenire: non siamo perfetti ma ci siamo. E spero che la docente si riprenda perché la situazione è complessa».
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