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Cronaca
30 Aprile 2025 - 15:14
È ufficiale: sarà Torino a ospitare la quarta linea del termovalorizzatore del Gerbido. La decisione è stata approvata quasi all’unanimità dall’Assemblea dell’Agenzia Regionale Rifiuti che oggi ha dato il via libera alla localizzazione dell’impianto. Su 29 membri erano presenti in 28: 27 i voti favorevoli, un solo contrario del sindaco di Pinerolo Luca Salvai (Movimento 5 Stelle).
Dopo la bocciatura delle candidature alternative – Ghemme, in provincia di Novara, e Quarto d’Asti – quella torinese era rimasta l’unica proposta valida sul tavolo. Entrambe le altre opzioni presentavano criticità ambientali, logistiche e dimensionali tali da renderle impraticabili.
Secondo quanto previsto dalle normative europee e regionali, il Piemonte dovrà diventare autosufficiente nella gestione dei rifiuti e abbandonare progressivamente le discariche a cielo aperto riducendone l’utilizzo dal 33% attuale a un massimo del 3% entro il 2030. L'obiettivo è bruciare 250 mila tonnellate in più l’anno entro il 2035, eliminando così la dipendenza da impianti fuori regione (come quelli lombardi). Ghemme si era proposta in chiave simbolica, secondo quanto dichiarato dallo stesso sindaco ma l’area individuata coincide con una ex discarica da bonificare e soggetta a vincoli ambientali. A Quarto invece i vincoli idrogeologici e l’insufficienza degli spazi (80 mila metri quadri sono richiesti per l’impianto) hanno fatto decadere la candidatura.
Il progetto di ampliamento prevede un investimento da circa 300 milioni di euro già incluso nel piano industriale del gruppo Iren che detiene l’80% di Trm la società che gestisce il termovalorizzatore del Gerbido. Il restante 16,5% è in mano al Comune di Torino. Dopo il via libera politico, l’Agenzia Regionale Rifiuti dovrà ora definire i contenuti tecnici del progetto con particolare attenzione alle garanzie ambientali, sociali ed economiche da offrire ai cittadini delle aree coinvolte. I sindaci della zona saranno ascoltati nelle prossime fasi in un processo che si annuncia cruciale per la sostenibilità e l’accettabilità dell’opera.
C'è chi non è rimasto soddisfatto dalla decisione. Già ieri sera il Movimento 5 stelle aveva espresso il proprio "no" alla nuova linea di incenerimento al termovalorizzatore del Gerbido. "Durante la serata da una dettagliata analisi dei dati tecnici in nostro possesso - dicono la capogruppo pentastellata Sarah Disabato e il consigliere Alberto Unia - è emerso chiaramente come non esista alcuna reale necessità di dare vita a questo progetto, ma solo una mancanza di volontà nell'investire sulla differenziata, sul riciclo, sul riuso, sulle fonti rinnovabili. Il Movimento 5 Stelle conferma la sua profonda contrarietà a soluzioni impattanti sull'ambiente, sulla qualità dell'aria e sulla salute dei cittadini, soluzioni che comporterebbero un esborso economico di centinaia di milioni di euro". "Siamo convinti - aggiungono - della necessità di investire maggiormente sulla raccolta differenziata - sia per quanto riguarda il servizio stesso sia per quanto riguarda l'attività di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza - sulla riduzione dei rifiuti prodotti, sulle pratiche di riciclo e riuso. Un lavoro che va svolto assieme ai territori, con progetti validi e concreti da strutturare e condividere con amministratori locali, associazioni, comitati e cittadini".
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