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La sentenza
03 Maggio 2025 - 15:30
Non ci sarà una nuova valutazione del processo per il delitto di Luigi Di Gianni, il titolare di un night club ucciso a colpi di fucile da caccia a Isola d’Asti nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2013. La Corte di Cassazione ha infatti respinto l’ultimo ricorso presentato da Ivan Commisso, uno dei condannati in via definitiva per l’omicidio, confermando così la decisione della Corte d’appello di Milano che aveva rigettato l’istanza di revisione del processo.
Commisso, riconosciuto colpevole dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino nel 2021 con sentenza diventata irrevocabile l’anno successivo, si era rivolto ai giudici milanesi sostenendo di avere nuove prove a discarico. La sua richiesta di revisione era articolata in circa venti punti, il più rilevante dei quali riguardava la testimonianza di una donna che nel 2023, durante le cosiddette "indagini difensive", aveva affermato di aver avuto con lui una relazione extraconiugale e di aver trascorso proprio con lui l’intera notte del delitto.
I giudici, però, hanno ritenuto “inverosimile” che Commisso abbia taciuto per anni un alibi potenzialmente decisivo, soprattutto a fronte dei numerosi elementi di prova a suo carico. L’imputato ha replicato di aver appreso delle accuse solo nel 2021, al momento dell’arresto da parte dei carabinieri a Borgia, in Calabria. Ma secondo la Suprema Corte questo non basta: Commisso si sarebbe limitato a presentare una "nuova prova" senza chiarire perché questa sarebbe stata sufficiente, da sola o con altri elementi, a mettere in discussione il quadro probatorio già emerso nel processo.
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