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Cronaca
05 Maggio 2025 - 18:50
A Villareggia si continua la battaglia per la difesa del territorio. Al centro di questa contesa c'è il progetto di un impianto biodigestore per la produzione di biometano promosso da Filiera Blu – consorzio Capac, che ha sollevato un'ondata di proteste e perplessità tra i residenti.
L'impianto, destinato al trattamento di deiezioni animali e scarti agricoli e agroindustriali, è stato sin dall'inizio oggetto di forti critiche per le dimensioni considerate eccessive e la sua collocazione a ridosso del centro abitato, su un'area già gravata dalla presenza di un grande essiccatoio. Inoltre la viabilità inadeguata e la vulnerabilità idrica della zona hanno alimentato ulteriori timori. In pochi mesi sono state raccolte 600 firme organizzati incontri pubblici e assemblee e il paese si è riempito di cartelli e striscioni di protesta. Una mobilitazione civica compatta e trasversale che ha portato il Comune e il Comitato “Villareggia: Vita, Ambiente, Sviluppo Sostenibile” a presentare un ricorso al TAR del Piemonte nel 2023. Tuttavia il giudizio discusso nell'udienza del 22 gennaio 2025 si è concluso con un rigetto della richiesta di annullamento dell'autorizzazione concessa dalla Città Metropolitana di Torino.
Nonostante la sentenza sfavorevole il Comune e il Comitato hanno annunciato l'intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato convinti che il TAR non abbia adeguatamente valutato le criticità tecniche, ambientali e urbanistiche dell'impianto. Uno dei nodi più discussi resta l'assenza in zona di allevamenti significativi che implica la necessità di trasportare materiale organico da grandi distanze con un impatto notevole in termini di traffico pesante, emissioni e sicurezza stradale. Un'anomalia logistica che contrasta con il principio di sostenibilità e prossimità alla base delle politiche del PNRR da cui il progetto intende attingere fondi.
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