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Verso il Conclave
06 Maggio 2025 - 06:45
Il cardinale Pietro Parolin
Domani poco dopo le 16 inizierà il Conclave e già in serata dal comignolo della Cappella Sistina uscirà il fumo che sancirà l’esito della prima votazione e, verosimilmente, sarà di colore nero. Un nulla di fatto che si prevede continuerà, salvo miracoli, anche per l’intera giornata di giovedì. Infatti, dopo un ingiustificato ottimismo iniziale («Il Conclave durerà poco», avevano dichiarato a più riprese alcuni porporati), la situazione sembra essersi improvvisamente complicata, sia all’interno delle Congregazioni generali, sia nei salotti degli appartamenti in piazza Città Leonina, dove i votanti si riuniscono la sera per fare il punto, in modo discreto, della situazione. Da un lato, a complicare le cose sarebbero condizionamenti esterni al Sacro Collegio che, però, coinvolgerebbero alcuni cardinali influenti. Manovre che sembrano colpire colui che, più di ogni altro, rappresenta quella che è stata la “politica” di papa Francesco, il Segretario di Stato Pietro Parolin. Prima è stato dato per malato, poi è stato accusato di operazioni diplomatiche spericolate e, infine, è stato definito amico della Massoneria. Pur non essendo un progressista, ma neppure un conservatore, Parolin ha sufficiente prestigio, nel caso fosse eletto Papa, da rendere ininfluenti, se non insignificanti, le frange più estreme (a destra e sinistra) della Chiesa. Contro di lui alcuni gruppi ecclesiali, movimenti e anche qualche ordine religioso. Eppure sul nome di Parolin convergerebbero una cinquantina di cardinali elettori, una trentina in meno della maggioranza qualificata. Difficilmente, però, in Conclave non se ne aggiungerebbero altri.
I cardinali si presentano nella Cappella Sistina in ordine sparso, 50 voteranno Parolin e gli altri un paio di “candidati di bandiera” e un altro paio di outsaider, tra i quali dovrebbe uscire il nome del nuovo Pontefice, ma non prima dell’ottava, nona votazione. In verità, e in linea teorica, ognuno dei 133 votanti è in potenza il nuovo Papa, tant’è che tutti i mezzi di comunicazione del pianeta, a più riprese, li hanno definiti tutti papabili. «È un Conclave questo - spiega un monsignore di lungo corso, già minutante presso la Segreteria di Stato - che presenta analogie con quello che elesse PaoloVI. Il Sacro Collegio dovrà trovare un Papa di mediazione. Parolin sarebbe l’ideale, ma è troppo legato con il pontificato precedente. Per questo i nomi di Andres Arborelius e di Pierbattista Pizzaballa (una abile negoziatore) potrebbero essere le vere sorprese di queste votazioni». Intanto, oggi, sono state messe a punto le misure di sicurezza da parte della questura di Roma e della Gendarmeria vaticana. Sono imponenti, ma allo stesso tempo molto discrete. L’apparato di security della capitale dovrà gestire non soltanto il Conclave (con tutto ciò che comporta), ma anche un altro evento come gli Internazionali di Tennis al Foro Italico. A Roma tutti gli hotel, pensioni e bed & breakfast sono esauriti da giorni e tra oggi e domani è previsto l’arrivo di decine di migliaia di persone.
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