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Il fatto
06 Maggio 2025 - 09:50
Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, un gruppo di ladri ha fatto irruzione all’interno della chiesa dell’Istituto Salesiano Valsalice, a Torino. I malviventi hanno sottratto diversi oggetti sacri di valore, tra cui calici, piattini liturgici, un ostensorio e, cosa ancora più grave, una reliquia di San Giovanni Bosco: un frammento osseo conservato in una teca.
Secondo le prime ipotesi degli inquirenti, dietro al colpo potrebbe esserci una banda di professionisti, che nella stessa notte avrebbe messo a segno altri quattro furti in esercizi commerciali della zona. La polizia sta visionando i filmati delle telecamere installate nei pressi dell’istituto per raccogliere indizi utili all’identificazione dei responsabili.
La trasmissione “Pomeriggio Cinque” ha visitato il luogo del furto per raccogliere la testimonianza di Don Alessandro Borsello, direttore della scuola. “Ci siamo accorti del furto vedendo la sagrestia completamente a soqquadro”, ha raccontato il sacerdote. “Poco dopo abbiamo scoperto che mancava anche la teca contenente la reliquia. Fortunatamente, l’interno della chiesa non è stato danneggiato. Hanno preso solo oggetti che, probabilmente, pensavano avessero un certo valore economico”.
La perdita più dolorosa resta però quella della reliquia del fondatore dei Salesiani. “Per noi ha un valore simbolico e affettivo, più che materiale. È come una bomboniera di famiglia: non ha prezzo, ma racchiude memorie e significati profondi”, ha aggiunto Don Borsello, visibilmente commosso.
Non si tratta del primo episodio del genere: già nel 2017 un’altra reliquia di Don Bosco era stata trafugata e poi ritrovata due mesi dopo. Anche oggi, la comunità salesiana spera in un esito simile e lancia un appello affinché il reperto sacro venga restituito.
“La sensazione è quella di essere stati violati nella propria casa”, ha concluso Don Borsello. “Questa è una scuola che ospita più di mille persone, e tutti ci sentiamo colpiti. Chi entra in un luogo sacro per portare via ricordi, mostra di avere poco rispetto. Ma continuiamo a confidare nel buon senso e nella giustizia”.
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