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26 Marzo 2025 - 16:50
La Procura di Perugia ha avviato accertamenti in seguito a un esposto presentato dal vescovo della diocesi di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino. La denuncia è la messa in vendita online di presunte reliquie del beato Carlo Acutis, il cui corpo è custodito nel Santuario della Spogliazione. "Abbiamo chiesto il sequestro immediato", ha confermato il vescovo, evidenziando la gravità dell'episodio.
Tra gli oggetti finiti in rete, è comparsa una “relic reliquary” del beato Carlo Acutis, descritta nell’annuncio come "ex capillis con certificato", con scadenza fissata per mercoledì. Il venditore privato, coperto da un nickname, ha già ricevuto diverse offerte, l'ultima delle quali ha superato i 2.000 euro.
Ma il fenomeno non riguarda solo Acutis: negli ultimi giorni sono apparse online diverse aste per reliquie sacre, tra cui almeno 70 attribuite a San Francesco. "Su internet c'è un vero e proprio mercato di reliquie", ha denunciato monsignor Sorrentino. "Una cosa inaccettabile e contraria al diritto canonico, che vieta espressamente il commercio di questi oggetti sacri".
Carlo Acutis sarà proclamato santo il prossimo 27 aprile, durante il terzo giorno del Giubileo degli adolescenti. La sua canonizzazione è stata approvata da Papa Francesco in primavera, dopo il riconoscimento di un miracolo compiuto per sua intercessione, l’ultimo passo prima della santità.
Nato a Londra in una famiglia della borghesia ambrosiana e cresciuto a Milano, Acutis studiava dai gesuiti al liceo classico Leone XIII. Considerato un genio dell’informatica, aveva una fede profonda e si dedicava al volontariato e all’evangelizzazione, anche attraverso il web. Colpito da una leucemia fulminante, è morto a 15 anni. Quando scoprì la malattia, racconta la madre Antonia Salzano, disse: "Il Signore mi ha dato una bella sveglia. Da qui non esco vivo. Ma non preoccuparti, mamma. Ti darò molti segni".
Beatificato il 10 ottobre 2020, Acutis diventerà ufficialmente il primo santo dei millennials e, con ogni probabilità, sarà proclamato patrono di Internet.
Di fronte all’asta online delle sue reliquie, la Diocesi di Assisi ha espresso indignazione. "Non sappiamo se questi oggetti siano autentici o falsi", ha dichiarato monsignor Sorrentino, "ma, in ogni caso, ci troviamo di fronte a un grave atto di inganno e a un’offesa al sentimento religioso". "Il diritto canonico non ammette il commercio delle reliquie", ha ribadito il vescovo. "Esse vengono donate tramite i vescovi e, al massimo, si possono fare offerte ai santuari di provenienza. Questa prassi risale ai primi secoli della Chiesa".
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