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Trasporti
06 Maggio 2025 - 14:20
Binari
Nel settembre 2023, la riapertura del servizio ferroviario tra Alba e Asti ha segnato non solo il ripristino di un collegamento storico, ma anche l'inizio di una nuova era per la mobilità nella regione. Un evento celebrato dall'Archivio di Stato di Asti con la mostra "La storia corre sui binari", che ha offerto un viaggio nel tempo attraverso cimeli, documenti e fotografie, raccontando la storia di questa linea ferroviaria dal 1875 ad oggi.
La mostra, allestita dall'Archivio di Stato di Asti, ha rappresentato un'occasione unica per riscoprire la storia della ferrovia Asti-Alba. Grazie alla collaborazione con il Comune di Alba e l'associazione Giulio Parusso, sono state esposte fotografie e cartoline storiche, molte delle quali provenienti dalle donazioni di Tonino Buccolo. Tra le immagini più suggestive, quelle del Ponte Albertino, costruito nel 1845 e successivamente affiancato dai binari, simbolo di un'epoca in cui il treno era il cuore pulsante della mobilità.
Il 9 maggio alle ore 21.00, in sala Riolfo, il Comis (Coordinamento mobilità integrata e sostenibile) ha organizzato un incontro per presentare la digitalizzazione del materiale esposto. Laura Dellapiana, funzionaria dell'Archivio di Stato di Asti, aprirà la serata con un intervento che inquadra la ferrovia dal punto di vista storico, seguita da Fulvio Bellora del Comis, che ripercorrerà le battaglie delle associazioni di pendolari durante il decennio di chiusura. Edoardo Fenocchio, assessore ai lavori pubblici, illustrerà il contributo del treno alla mobilità sostenibile, mentre Giovanni Currado, presidente dell'assemblea del Sudest dell'Agenzia mobilità piemontese, discuterà delle prospettive future, tra cui l'arrivo dei treni alimentati a idrogeno e le opportunità di collegamento con Milano e Bologna.
La riapertura della ferrovia Alba-Asti non è solo un ritorno al passato, ma un simbolo di rinascita e innovazione. Fulvio Bellora ha sottolineato come gli sforzi e le idee delle associazioni di pendolari siano oggi riconosciuti, nonostante vent'anni fa la linea fosse considerata un "ramo secco". Le sei coppie di treni nei giorni feriali sono ancora insufficienti, ma rappresentano un inizio promettente per migliorare la mobilità nella regione.
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