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Il fatto
06 Maggio 2025 - 11:05
Durante l’ultimo weekend di Vinum, è comparso un grande striscione calato dal Palazzo Mostre e Congressi con la scritta provocatoria: “Alba offre vino rosso sangue”. A farlo comparire è stato il collettivo Mononoke, che ha manifestato con megafoni e slogan per denunciare le condizioni di sfruttamento nei vigneti. Al centro della protesta, le tragiche morti di Issa Loum e Mamadou Diallo, due giovani migranti africani deceduti lo scorso dicembre in strada Gamba di Bosco.
I membri del collettivo hanno raccontato la storia di Issa e Mamadou, due uomini che a dicembre 2024 hanno perso la vita ad Alba. Dopo aver trovato rifugio in uno stabile dismesso alla periferia della città, i due hanno tentato di riscaldarsi, ma sono morti soffocati dal monossido di carbonio. Entrambi, originari dell’Africa, erano giunti in Italia in cerca di un'opportunità, ma nonostante avessero i documenti in regola, non riuscivano a trovare un'occupazione né una casa. Erano stati braccianti agricoli, ma nonostante il loro contributo al lavoro nei vigneti, si sono ritrovati vittime di un sistema che li ha lasciati senza un posto dove vivere.
Il collettivo ha sottolineato che Issa e Mamadou sono stati "assassinati da un sistema ingiusto", che promuove una logica imprenditoriale incentrata sul profitto, senza preoccuparsi di chi, in realtà, produce la ricchezza. La loro morte è anche il risultato del razzismo di Stato, alimentato da politiche xenofobe e da un’amministrazione che non è riuscita a garantire loro neppure le condizioni minime di vita.
Il collettivo ha criticato duramente il sistema agricolo locale, accusando i produttori vinicoli di ricorrere al contoterzismo per tagliare i costi, l’amministrazione comunale per la mancata risposta all’emergenza abitativa, e l'intera rete di accoglienza, ritenuta inadeguata ad affrontare le reali esigenze dei lavoratori stagionali.
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