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06 Maggio 2025 - 10:43
Friedrich Merz (fonte Lapresse)
Un colpo di scena al Bundestag ha ribaltato i piani di Friedrich Merz, leader della Cdu-Csu, che non ha ottenuto i voti necessari per formare il suo governo di coalizione con la Spd. Tutto era pronto per l’insediamento dell’esecutivo, ma il mancato sostegno parlamentare apre ora una crisi al buio, con un futuro politico difficile da prevedere.
La votazione si è svolta rapidamente, chiudendosi alle 9:35, con il risultato ufficiale arrivato circa 30 minuti dopo, accolto da un silenzio carico di incertezza. Sulla carta, la coalizione nero-rossa aveva una maggioranza di 328 seggi (208 della Cdu-Csu e 120 della Spd), ben al di sopra della soglia di 316 per governare. Tuttavia, Merz ha ottenuto solo 310 voti, insufficienti per avviare il nuovo esecutivo.
Ora il Bundestag ha 14 giorni per eleggere Merz o un altro candidato cancelliere con una maggioranza assoluta. Il processo politico ha richiesto 70 giorni dalle elezioni del 23 febbraio alla fiducia, con 45 giorni impiegati per definire l’accordo di coalizione tra Cdu-Csu e Spd. Prima che il vecchio Bundestag fosse sciolto, Merz aveva già ottenuto un risultato significativo: la riforma del freno al debito, una svolta storica nella politica economica tedesca.
Il nuovo governo avrebbe potuto contare su un fondo da 500 miliardi di euro, destinato a investimenti infrastrutturali nei prossimi 12 anni, oltre alla possibilità di spesa senza limiti sulla difesa. Tuttavia, con l’incertezza politica attuale, questi progetti potrebbero essere rinviati.
La situazione economica non aiuta. Dopo aver registrato una contrazione del PIL nel 2023 e 2024, il paese potrebbe vivere un anno di crescita zero nel 2025. Il modello economico basato sull’export non funziona più come un tempo, in particolare a causa del cambiamento del ruolo della Cina nel mercato globale.
Nel frattempo, la politica commerciale degli Stati Uniti, con la guerra dei dazi avviata da Donald Trump, rischia di aggravare ulteriormente la stagnazione. Secondo gli economisti, l’impatto sulle esportazioni tedesche potrebbe sottrarre decimali cruciali al PIL, contribuendo all’instabilità economica.
Per vedere gli effetti di eventuali riforme infrastrutturali e di difesa, bisognerà attendere almeno il 2026, quando un nuovo governo potrebbe riuscire a mettere in atto le strategie economiche necessarie. Oltre alla crisi economica, la Germania sta affrontando un profondo squilibrio politico. La precedente coalizione Spd-Verdi-Liberali è caduta prematuramente a novembre, incapace di offrire soluzioni concrete.
Nel frattempo, Alternative für Deutschland (AfD) continua la sua ascesa. Alle elezioni di febbraio, ha raggiunto quasi il 21%, seconda solo alla Cdu, che ha ottenuto il 28%. Con il crescente consenso, AfD è a un passo dal diventare il primo partito del Paese, nonostante sia classificato dall’Ufficio federale per la difesa della Costituzione come estremista per le sue derive xenofobe e neonaziste.
Il dibattito sulla messa al bando di AfD si intensifica. Per vietarlo ufficialmente servirebbe una pronuncia della Corte costituzionale, ma è necessaria la richiesta formale del Bundestag, Bundesrat o del Governo federale. Alcuni parlamentari stanno preparando un’iniziativa per procedere in questa direzione, anche se AfD ha già presentato ricorso contro le accuse dell’intelligence interna.
La mancata fiducia a Friedrich Merz segna l’inizio di una fase di forte instabilità per la Germania. Nei prossimi 14 giorni, il Bundestag dovrà decidere se confermare Merz o eleggere un nuovo cancelliere, cercando di stabilire una maggioranza solida.
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