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04 Maggio 2025 - 17:00
Foto d'archivio
Nel documentario celebrativo dei suoi 25 anni al potere, trasmesso da Rossiya1, Vladimir Putin torna a parlare della guerra in Ucraina e della Crimea, rilanciando un messaggio destinato a fare rumore: “La riconciliazione con il popolo ucraino è inevitabile. È solo questione di tempo”.
Un'affermazione che arriva in un clima di alta tensione, a ridosso del 9 maggio, giornata simbolo per la Russia che celebra la vittoria sulla Germania nazista. Il presidente russo si dice convinto che, malgrado l’attuale tragedia, il futuro porterà alla pacificazione tra i due popoli. Ma intanto, sul campo, la guerra continua.
Putin ripete che l’invasione dell’Ucraina “non era prevista” e che Mosca ha provato “sinceramente” a risolvere pacificamente la questione del Donbass. La responsabilità, secondo il Cremlino, ricadrebbe interamente su Kiev e sull’Occidente. Tornando al 2014, il presidente russo ribadisce che “la Russia ha fatto la cosa giusta” sostenendo Crimea e Sebastopoli, sostenendo che in caso contrario la popolazione sarebbe stata “fatta a pezzi”.
Sull’uso dell’arsenale nucleare, Putin rassicura: “Non ne abbiamo avuto bisogno e spero non ce ne sarà in futuro. Abbiamo abbastanza forza per concludere ciò che abbiamo iniziato nel 2022 senza ricorrervi”. Tuttavia, dal novembre scorso, la dottrina nucleare russa è stata modificata, abbassando la soglia per un eventuale utilizzo, anche in risposta ad attacchi convenzionali da parte di potenze nucleari.
Nel frattempo, Volodymyr Zelensky risponde via social: “Mosca parla di tregua mentre ci bombarda ogni giorno. È cinismo allo stato puro”. Secondo il presidente ucraino, solo nell’ultima settimana la Russia ha lanciato oltre 1.180 droni e 1.360 bombe guidate. Kiev resta aperta a una tregua, ma “non può durare meno di un mese”.
Nel giorno della propaganda celebrativa di Putin, la realtà del conflitto continua a parlare con il linguaggio delle armi.
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