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Il fatto

Un gambero raro ferma la costruzione dell’impianto di biometano a Fossano

Scoperta durante un sopralluogo una colonia di Austropotamobius pallipes italicus: l’habitat protetto blocca definitivamente il progetto in via Marene

Un gambero raro ferma la costruzione dell’impianto di biometano a Fossano

Un piccolo abitante dei corsi d'acqua fossanesi ha avuto un impatto decisivo su una vicenda ambientale e politica che si trascinava da tempo: l’Austropotamobius pallipes italicus, raro gambero di fiume, ha contribuito a fermare definitivamente la realizzazione di un impianto di biometano in via Marene.

La conferenza dei servizi tenutasi nei giorni scorsi presso la Provincia di Cuneo ha formalizzato il rifiuto all’autorizzazione del progetto, segnando così la conclusione di un lungo iter amministrativo e di una battaglia che ha visto coinvolte forze politiche e attivisti ambientali.

Determinante è stata la scoperta, durante un sopralluogo, di una colonia di questi crostacei in un’area caratterizzata da un delicato ecosistema fluviale, alimentato da risorgive di pregio. Giacomo Pellegrino, assessore all’Ambiente di Fossano, ha riferito di essersi accorto della presenza del gambero durante una visita sul luogo interessato dalla costruzione. A suo dire, la rarità e la tutela di questa specie avrebbero rappresentato un punto chiave per motivare l'opposizione al progetto.

Secondo quanto spiegato da Pellegrino, già in fase preliminare vi era consapevolezza della particolare natura del territorio. Proprio per questo, l’amministrazione comunale aveva deciso di effettuare verifiche ambientali più approfondite per valutare l’impatto della struttura. La segnalazione del gambero di fiume ha subito attivato l’ufficio tecnico del Comune e l’ente provinciale di vigilanza faunistica, che hanno confermato l’esistenza di una colonia di Austropotamobius pallipes italicus, protetta a livello comunitario.

L’assessore ha sottolineato come la protezione di questa specie renda illegali il commercio, la cattura e la movimentazione degli esemplari, e abbia evidenziato il valore ambientale dell’habitat in cui vivono. A suo parere, l’individuazione di questa presenza ha aggiunto un ulteriore elemento di fragilità naturalistica al sito, che già era stato segnalato come delicato per la qualità delle sue acque.

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