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Cronaca

Piemonte in ritardo nella lotta alle zanzare: un rischio per la salute pubblica?

Ritardi amministrativi minacciano l'efficacia del modello piemontese contro le zanzare portatrici di malattie

Piemonte in ritardo nella lotta alle zanzare: un rischio per la salute pubblica?

Quando si parla di zanzare, molti di noi pensano immediatamente a fastidiosi ronzii notturni e punture pruriginose. Tuttavia dietro questi piccoli insetti si nasconde una minaccia ben più seria: la diffusione di malattie come la dengue, la febbre del Nilo e la chikungunya. In Piemonte si sta registrando un preoccupante ritardo amministrativo che potrebbe compromettere l'efficacia delle azioni preventive proprio all'inizio della stagione estiva.

Il Piemonte è da tempo all'avanguardia nella lotta contro le zanzare, grazie a un modello di intervento che coinvolge circa 230 comuni e che si avvale dell'esperienza dell'Istituto per le Piante da Legno e Ambiente (IPLA). Questo istituto, fondato negli anni '70, è responsabile di un programma di monitoraggio e disinfestazione che ha ridotto la presenza di zanzare di un quinto negli ultimi anni. Tuttavia, quest'anno, a causa di un ritardo amministrativo legato alla piattaforma telematica Sintel, l'affidamento triennale all'IPLA è scaduto senza essere rinnovato in tempo, lasciando la regione in una situazione di stallo.

Il ritardo nella partenza delle azioni di contrasto potrebbe avere conseguenze significative. Le zanzare non sono solo un fastidio estivo, ma rappresentano un vero e proprio problema sanitario. La zanzara tigre, ad esempio, è il principale vettore di malattie come la chikungunya e la dengue, mentre la zanzara notturna Culex è responsabile della diffusione della febbre del Nilo. Nel 2024, il Piemonte ha registrato il primo decesso a causa di quest'ultima malattia a Novara, un segnale che non può essere ignorato.

La strategia piemontese si basa su un cofinanziamento tra regione e comuni, con un budget complessivo di circa 2,5 milioni di euro. A Torino, ad esempio, sono stati stanziati 80 milioni per coprire i costi del personale tecnico e delle operazioni di disinfestazione. L'IPLA utilizza una combinazione di ovitrappole e trappole di CO2 per monitorare e ridurre la popolazione di zanzare. Tuttavia, il 70% dei focolai si trova in aree private, il che rende fondamentale la collaborazione dei cittadini.

L'efficacia del modello piemontese è riconosciuta anche al di fuori della regione. Milano, ad esempio, ha richiesto l'intervento dell'IPLA, stanziando 130 mila euro per contrastare la presenza di zanzare. Questo dimostra come la lotta alle zanzare sia una questione che trascende i confini regionali e richiede un approccio coordinato e tempestivo. Il cambiamento climatico aggiunge un ulteriore livello di complessità alla questione. Le temperature in aumento e l'umidità crescente creano un ambiente ideale per la proliferazione delle zanzare.

In un contesto del genere, ritardi amministrativi come quello attuale possono avere conseguenze ancora più gravi, compromettendo la capacità di risposta delle autorità sanitarie. Igor Boni, responsabile dell'area tecnica, ha sottolineato l'importanza di non abbassare la guardia. Sebbene non sia possibile eliminare completamente il rischio, è fondamentale continuare a investire in strategie di prevenzione e controllo.

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