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Animali
20 Maggio 2025 - 20:45
L'allarme è stato lanciato da WWF: l’uccisione dei grandi predatori, come il lupo, non rappresenta una vera soluzione ai problemi degli allevatori, e potrebbe persino peggiorare la situazione.
La preoccupazione nasce dalla recente decisione del Comitato permanente della Convenzione di Berna, che ha approvato il declassamento del lupo da specie “rigorosamente protetta” a semplicemente “protetta”. Se questa scelta verrà confermata anche nella Direttiva Habitat, si tratterebbe, secondo il WWF, di un pericoloso passo indietro.
Secondo l’associazione, si rischia di tornare a tempi in cui i lupi venivano considerati nemici da eliminare. Una visione smentita dalla scienza, che mostra chiaramente come gli abbattimenti non riducano in modo efficace e duraturo i danni al bestiame. Al contrario, questi interventi possono portare a squilibri nei branchi e a un aumento delle predazioni.
“Il pericolo è che a rimetterci siano sia i lupi che gli allevatori”, spiega il WWF. L’eliminazione degli individui dominanti può infatti causare la frammentazione sociale dei branchi, con la conseguente presenza di lupi solitari più inclini ad attaccare gli animali domestici. Inoltre, una presenza meno strutturata del predatore compromette anche la sua funzione ecologica, come il contenimento dei cinghiali, che se troppo numerosi possono causare danni alle colture e agli ecosistemi.
Numerosi studi scientifici dimostrano che anche l’uccisione di interi branchi non risolve il problema nel lungo termine. In molte aree ad alta intensità di prelievo, le predazioni sul bestiame calano solo per brevi periodi. Appena l’area viene nuovamente ricolonizzata, il conflitto si riaccende, soprattutto se mancano misure preventive.
C’è inoltre un altro rischio: la riduzione dello status di protezione potrebbe inviare un messaggio sbagliato, legittimando indirettamente atti di bracconaggio, che già oggi uccidono centinaia di lupi ogni anno in Italia.
Per il WWF, l’unica via efficace è quella della prevenzione. L’uso di cani da guardiania, recinzioni elettrificate e ricoveri notturni per il bestiame ha dimostrato di poter ridurre significativamente le predazioni, soprattutto se queste misure sono combinati e adattate al contesto locale.
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