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09 Maggio 2025 - 17:31
Boom di lupi investiti in Piemonte. E L'Europa apre alla caccia
Non è stato un gran inizio d'anno per i lupi, sia nei boschi da loro frequentati che negli uffici di Strasburgo, dove i parlamentari europei hanno approvato una legge che ne mette a rischio la tutela.
Andiamo con ordine. Nei primi 4 mesi dell'anno, in Piemonte, si è registrato un vero e proprio boom di lupi investiti e uccisi. Dall'1 gennaio al 30 aprile sono state 43 le carcasse degli animali recuperate sulle strade della regione, più della metà di quanti erano stati uccisi nello stesso modo lo scorso anno (75) e pure della media dei 5 anni precedenti, che era di 80 lupi investiti ogni 12 mesi. I dati, registrati e forniti dal Centro Grandi Carnivori di Valdieri, sembrano quindi confermare una maggiore presenza del predatore nei nostri boschi e la necessità degli esemplari di "conquistare" nuovi territori, avvicinandosi a strade e abitazioni alla ricerca di cibo. Nel dettaglio, ecco dove sono stati investiti i lupi:
Numeri che in alcune province sono già addirittura superiori a quelli dello scorso anno. Ad Asti ad esempio nel 2024 non c'erano stati lupi investiti e a Vercelli uno solo. A Torino invece erano stati 21, contro i 13 di questi primi 4 mesi del 2025.
Inutile sottolineare che questi numeri possono ridare fiato a chi da sempre, gli allevatori in particolare, protesta per la presunta presenza "eccessiva" del predatore in Piemonte che ha, come conseguenza, quella di far aumentare i danni a causa dei capi di bestiame uccisi. E proprio le spinte di chi chiede di limitare il numero di predatori sono alla base del voto dei giorni scorsi del Parlamento Europeo, che ha declassato il lupo da specie “strettamente protetta” a semplicemente “protetta”. La nuova classificazione – votata con 371 voti a favore, 162 contro e 37 astenuti – comporta che il lupo non sarà più inserito nell’Allegato IV della Direttiva Habitat, che ne garantiva una tutela rigida e quasi inviolabile, ma scivolerà nell’Allegato V. Dal "burocratese" a parole semplici, significa che gli Stati avranno una maggiore flessibilità nella gestione delle popolazioni di lupi, cioè potranno procedere con abbattimenti selettivi, catture e misure di “controllo” se giustificate da esigenze di sicurezza pubblica o di tutela economica.
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