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Economia

Klarna rallenta: aumentano le perdite, stop alla quotazione in Borsa

Il colosso svedese dei pagamenti rateali chiude il trimestre con perdite nette da 99 milioni di dollari e rinvia lo sbarco a Wall Street

Klarna rallenta: aumentano le perdite, stop alla quotazione in Borsa

Il 2025 inizia in salita per Klarna, la fintech svedese specializzata nei pagamenti dilazionati. Nel primo trimestre dell’anno, l’azienda ha registrato una perdita netta di 99 milioni di dollari, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2024. Fondata nel 2005, Klarna è uno dei principali player del “buy now, pay later” (Bnpl), modello che permette agli utenti di suddividere un acquisto in rate senza interessi, sia sul web che nei negozi tradizionali. Una formula che ha incentivato i consumi, ma che oggi mostra segni di fragilità. Le perdite legate ai crediti non riscossi sono aumentate del 17% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 136 milioni di dollari. Di fronte a questo scenario, la dirigenza ha deciso di accantonare — almeno per ora — il progetto di quotazione sul mercato statunitense.

Un modello semplice, ma a rischio

Il meccanismo proposto da Klarna si basa su un principio lineare: il cliente versa subito una parte dell’importo (ad esempio 50 dollari su 200), mentre la restante somma viene suddivisa in tre rate mensili senza interessi. Klarna salda l’intero ammontare al venditore e poi recupera le rate dall’acquirente, traendo profitto da commissioni e, in caso di ritardi, da sanzioni. Questo approccio ha fatto breccia in tutto il mondo: oggi l’azienda vanta 100 milioni di utenti attivi e collaborazioni con oltre 720 mila brand, tra cui big del retail e supermercati online.

Tuttavia, il contesto sta cambiando. Negli Stati Uniti, dove Klarna ha una fetta rilevante del proprio mercato, cresce il numero di utenti che faticano a rispettare le scadenze. Secondo LendingTree, il 41% dei consumatori americani ha accumulato almeno un ritardo nei pagamenti nell’ultimo anno, in aumento rispetto al 34% del 2024. Sempre più spesso il Bnpl viene utilizzato non per acquisti opzionali, ma per spese essenziali: l’uso di rate per fare la spesa è aumentato del 14% negli Usa in un solo anno.

Credito facile, problemi in vista

Alla base del successo – ma anche della vulnerabilità – del modello Bnpl c’è la semplicità di accesso. Le transazioni vengono spesso approvate senza indagini approfondite sul merito creditizio del cliente. Questa facilità consente anche a chi ha poche garanzie di ottenere finanziamenti, ma apre la porta all’accumulo di debiti non sostenibili. Il rischio? Una spirale di insolvenze difficili da gestire.

Regole in stallo negli Stati Uniti

Negli USA, qualsiasi prospettiva di regolamentazione più stringente appare remota. L’agenzia federale Cfpb (Consumer Financial Protection Bureau), durante la presidenza Biden, aveva proposto norme più severe, equiparando i fornitori Bnpl alle società emittenti di carte di credito. Ma l’amministrazione successiva ha smantellato queste iniziative, bloccando l’attuazione delle nuove regole. Ad oggi, il settore rimane largamente deregolamentato.

Tagli, automazione e limiti dell’AI

In risposta alle difficoltà, Klarna ha varato un piano di riduzione dei costi e automazione dei processi. Tra il 2022 e il 2024 l’organico è stato ridotto del 40%, passando da 5.000 a 3.000 dipendenti. La produttività per lavoratore è cresciuta, sfiorando un milione di dollari in ricavi. Tuttavia, l’intelligenza artificiale – pur centrale nella nuova strategia aziendale – non è ancora in grado di gestire i casi più critici, come le morosità. Lo stesso CEO Sebastian Siemiatkowski ha riconosciuto i limiti dell’automazione in questo ambito. E nonostante parte delle perdite siano legate a costi straordinari, l’incremento dei crediti deteriorati suggerisce problemi più profondi, difficili da affrontare con la sola tecnologia.

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