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LA CRISI

Medici in fuga: «Servono riforme urgenti per salvare il sistema»

L'emergenza della sanità discussa all'Open Meeting Grandi Ospedali

Medici in fuga: «Servono riforme urgenti per salvare il sistema»

«Per preservare il Sistema Sanitario Nazionale abbiamo bisogno di più risorse economiche e di rendere più attrattive alcune specializzazioni fondamentali, dalle quali oggi i medici fuggono». Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo oggi nell’ambito del quarto meeting di “Grandi Ospedali”, per parlare, appunto, del futuro del Ssn.

La riflessione del presidente, guidata dal giornalista Gerardo D'Amico, si inserisce in una due giorni di confronto, ricerca e dibattito su tutti i principali temi del settore. L’evento, organizzato dal commissario Thomas Schael, il Koncept, in partnership con Aou Città della Salute e della Scienza di Torino e Fiaso, è in corso (ieri e oggi) all’Industrial Village di Iveco Group (Settimo Torinese). Riunisce le principali strutture sanitarie italiane, scienziati, manager e professionisti da tutta Europa per esplorare le sfide della sanità contemporanea: intelligenza artificiale, sostenibilità, governance, organizzazione ospedaliera.

«Il futuro del Servizio Sanitario Nazionale – ha detto Cartabellotta - dipende da scelte politiche non più rinviabili: la sanità pubblica deve essere considerata un investimento strategico per la salute delle persone e per la coesione sociale, non un costo da comprimere. Negli ultimi 15 anni abbiamo assistito ad un progressivo e inesorabile definanziamento del Ssn, che ha compromesso i suoi princìpi fondanti: universalismo, uguaglianza, equità. Oggi il Ssn arranca sotto il peso di liste d’attesa sempre più lunghe, diseguaglianze regionali territoriali e una crescente privatizzazione dell’accesso alle cure con aumento della spesa out-of-pocket e rinunce alle prestazioni. Ma la crisi non è solo finanziaria: il sistema è ulteriormente indebolito dalla fuga dei professionisti sanitari e dalla scarsa attrattività di alcune professioni e specialità mediche fondamentali. Occorre invertire la rotta: servono più risorse, ma soprattutto riforme strutturali capaci di ricostruire un Ssn equo, efficace e sostenibile. Perché, senza visione e senza decisioni rapide, il rischio concreto è trasformare un diritto costituzionale in un privilegio riservato a chi può permetterselo».

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