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cronaca
29 Maggio 2025 - 20:15
Nella mattinata di ieri, i carabinieri della Compagnia di Alba, sotto la guida del Capitano Giuseppe Santoro, hanno eseguito otto ordinanze di misure cautelari nei confronti di cittadini di origine africana, accusati di spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi della stazione ferroviaria albese.
L’operazione, denominata “Restyling 2”, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti e rappresenta il seguito di una precedente indagine, “Restyling”, condotta nel luglio 2024. Quest’ultima aveva portato alla chiusura preventiva del “Residence della Stazione” e al divieto di dimora per cinque soggetti. Dopo la prima operazione, i Carabinieri hanno continuato a sorvegliare l’area, ottenendo dalla Questura di Cuneo la chiusura temporanea del “Bar della Stazione”, noto punto di ritrovo di persone già segnalate alle forze dell’ordine.
A gennaio, l’arresto in flagranza di due persone ha dato ulteriore impulso alle indagini, portando alla scoperta di un aumento significativo di clienti giovani e giovanissimi. Durante le indagini, è emerso che alcuni giovani coinvolti nell’operazione avevano partecipato come comparse in un video musicale rap, girato proprio nell’area della stazione. Il video trattava temi di integrazione sociale e diversità culturale, ma alcuni dei protagonisti risultano ora destinatari delle misure cautelari.
Gli spacciatori, perlopiù senza fissa dimora, operavano autonomamente o in collaborazione, principalmente nel pomeriggio fino al tramonto. Al termine della giornata, si rifugiavano in appartamenti, nella ex centrale del latte abbandonata lungo il fiume Tanaro e nel CPPA di Via Pola, tutti luoghi perquisiti dai militari con il supporto delle unità cinofile della Guardia di Finanza.
Durante le operazioni del 28 maggio, sono stati sequestrati 6 dosi di hashish, 43 dosi di crack (25 grammi complessivi), 41 dosi di marijuana (233 grammi) oltre a bilancini di precisione, denaro contante e materiale per il confezionamento. Quattro dei fermati sono stati trasferiti in carcere, mentre agli altri quattro è stato imposto il divieto di dimora nella Provincia di Cuneo. Le loro posizioni verranno ora approfondite dall’Autorità Giudiziaria, che ne valuterà le responsabilità nel corso del processo.
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