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VOTO O NON VOTO?

Referendum? «Anche non votare è un diritto»

Augusta Montaruli, vice capogruppo Fdi, racconta il “non voto”

Referendum? «Anche non votare è un diritto»

Se da un lato la propaganda “pro - referendum” sollecita per i cinque sì, dall’altra c’è chi consiglia ai cittadini di non recarsi proprio alle urne. Una strategia che si oppone al raggiungimento del quorum, ma che ha fatto molto discutere. Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, risponde.

Cosa non funziona nel referendum?
«Non siamo d’accordo sui quesiti né sulle modalità. Vengono proposte delle tematiche delicate che non possono essere trattate e sviluppate tramite un «Sì» o un «No» del cittadino. Prendiamo ad esempio il quesito sulla sicurezza sul lavoro: non crediamo che possa essere un referendum a dare una risposta. Servirebbero iniziative concrete, su cui per altro il Parlamento è già al lavoro. Oltre ai quesiti sul lavoro, c’è anche la questione della cittadinanza. Ecco, su questo siamo convinti che le norme sulla cittadinanza italiana non siano da modificare. Semmai si pone un problema di integrazione, come i nostri quartieri dimostrano. La soluzione non si trova con un referendum, con dei requisiti o dando la cittadinanza. Sono tematiche che non possono trovare nel referendum la loro risposta».


Perché non votare?
«Chi ha proposto i quesiti avrebbe potuto quando governava modificare le leggi, invece alcuni di quei quesiti vertono proprio su norme che il centro sinistra andò ad attuare. Pertanto, anche in valutazione delle varie tematiche meglio non andare a votare e non prestarsi ad un quorum che andrebbe a modificare in maniera, a mio giudizio, sbagliata la normativa. Andare alle urne è un diritto... ma è anche un diritto non andare a votare. Soprattutto nella fase referendaria dove il quesito è secco e non permette un ragionamento che invece questo tipe di tematiche necessitano. Non contesto la scelta di chi vuole andare a votare, io non lo farò. È un mio diritto anche non farlo».

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