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Esteri
03 Giugno 2025 - 11:00
A meno di un anno dalla sua formazione, il governo olandese è entrato in crisi a seguito del ritiro del Partito per la Libertà (PVV), guidato dal leader di estrema destra Geert Wilders. La decisione, annunciata dallo stesso Wilders con un messaggio pubblicato sulla piattaforma X, è arrivata dopo una breve riunione parlamentare tra i leader dei quattro partiti della coalizione, convocata per affrontare una crescente tensione sulla politica migratoria.
Geen handtekening voor onze asielplannen.
— Geert Wilders (@geertwilderspvv) June 3, 2025
Geen aanpassing Hoofdlijnenakkoord.
PVV verlaat de coalitie.
Il ritiro del PVV lascia in bilico la tenuta dell’esecutivo guidato dal primo ministro Dick Schoof, appena tre settimane prima del vertice NATO previsto all’Aia. L’instabilità potrebbe pesare non solo sul panorama interno, ma anche sul ruolo dei Paesi Bassi nello scenario geopolitico internazionale.
La frattura si è consumata dopo mesi di scontri interni. Wilders, leader del primo partito del Paese dopo la vittoria alle elezioni del novembre 2023, aveva già espresso più volte insoddisfazione per il ritmo delle riforme in materia di immigrazione, una delle colonne portanti del suo programma elettorale. Solo pochi giorni fa aveva lanciato un ultimatum agli alleati, chiedendo l’approvazione immediata di un piano in dieci punti che includeva misure drastiche come il pattugliamento militare dei confini e il respingimento automatico di tutti i richiedenti asilo.
Wilders aveva criticato l’immobilismo del governo, una posizione che ha trovato forte opposizione all’interno della coalizione, in particolare da Dilan Yesilgöz, leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, che ha definito il gesto di Wilders “irresponsabile e destabilizzante”.
Le conseguenze della mossa di Wilders sono ancora tutte da chiarire. Con il suo partito fuori dalla coalizione, il governo Schoof si trova in una posizione estremamente fragile, proprio mentre il Paese affronta sfide complesse: dalle tensioni internazionali legate alla guerra in Europa, fino alla possibilità di una nuova crisi economica.
L’instabilità arriva in un momento particolarmente delicato anche dal punto di vista elettorale. I Paesi Bassi hanno infatti partecipato il 6 giugno alle elezioni europee, le prime dopo la netta affermazione del PVV a livello nazionale. Il voto si è svolto in un solo giorno, a differenza degli altri Stati membri dell’UE.
Wilders, che ha costruito la sua carriera politica su posizioni fortemente anti-immigrazione e anti-islam, sembra intenzionato a proseguire la sua battaglia fuori dalle logiche di compromesso della coalizione. Ma se questa strategia rafforzerà il suo consenso o lo isolerà ulteriormente sulla scena politica olandese resta ancora da vedere.
Intanto, il Paese si interroga sul futuro del governo e sulla possibilità di nuove elezioni in un clima di crescente polarizzazione.
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