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Cronaca
10 Giugno 2025 - 18:58
Un'operazione della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di 25 chili di cocaina, dal valore di mercato superiore ai 2,5 milioni di euro, 50mila euro in contanti e una pistola rubata. Nonostante la gravità dei fatti, il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha deciso che lo spacciatore, un cittadino albanese residente a Spello, dovesse rimanere agli arresti domiciliari invece di finire in carcere, come richiesto dal pubblico ministero.
L’uomo era da tempo sotto osservazione della Guardia di Finanza, sospettato di essere coinvolto in un traffico di droga tra Spello, Foligno e altre città della provincia di Perugia. Dopo settimane di indagini, che non avevano suscitato sospetti, gli agenti hanno deciso di intervenire, fermando l’uomo vicino a un'area di servizio a Foligno. Ma quello che si è trovato nelle mani delle forze dell’ordine è stato un sequestro ben più grande del previsto.
A bordo dell'auto dell’uomo, i finanzieri hanno scoperto due doppi fondi artigianali perfettamente occultati, contenenti 10 panetti di cocaina per un totale di 12 chili. L'auto nascondeva anche 10mila euro in contanti, presumibilmente provento della vendita di droga. Ma il colpo non si è fermato lì.
Le perquisizioni sono proseguite nelle abitazioni dell’uomo, a Spello e Foligno, dove sono stati rinvenuti altri 13 chili di cocaina (suddivisi in 11 panetti), una pistola rubata, 46mila euro in contanti e vari telefoni cellulari, alcuni dei quali criptati. Il valore complessivo della cocaina sequestrata supera i 2,5 milioni di euro.
Nonostante la gravità dell’operazione e l'entità del traffico, il giudice ha deciso di non applicare la custodia cautelare in carcere, accogliendo la richiesta di arresti domiciliari con l'ausilio del braccialetto elettronico. La decisione ha suscitato sorpresa, poiché il sospetto, pur essendo stato arrestato con prove schiaccianti, è stato ritenuto collaborativo con gli inquirenti. Il GIP ha ritenuto che, trattandosi di un uomo fino a quel momento incensurato, la misura cautelare in carcere sarebbe stata troppo afflittiva.
La scoperta di un ingente traffico di droga, tuttavia, ha confermato che la cocaina fosse destinata allo spaccio su larga scala, come affermato dalla procura di Perugia, che aveva richiesto la reclusione del sospetto in carcere.
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