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La petizione
12 Giugno 2025 - 15:10
Un maxi allevamento intensivo di galline ovaiole
Più di 33.000 persone hanno aderito alla petizione online lanciata dal Comitato R.i.s.o. (Rete indipendente solidarietà e opposizione) su Change.org per fermare il progetto di un maxi allevamento intensivo di galline ovaiole ad Arborio, nel Vercellese. Il progetto, che prevede la costruzione di un impianto con circa 300.000 galline, ha suscitato forti preoccupazioni tra i residenti e le associazioni locali, che denunciano le gravi conseguenze in termini ambientali, sanitari, economici ed etici.
La petizione, che ha raccolto oltre 33.000 firme, solleva una serie di preoccupazioni relative all’impatto che l’allevamento intensivo potrebbe avere sull'ambiente e sulla salute della comunità locale. Secondo quanto riportato dai promotori dell’iniziativa, il progetto comporterebbe un consumo significativo di suolo agricolo: circa 20.450 metri quadrati di terreno verrebbero sottratti all’agricoltura. Inoltre, il prelievo annuale di 23.000 metri cubi di acqua dalla zona, già stressata dal deficit idrico, è un’altra fonte di preoccupazione. L’impianto, infatti, sarebbe situato in una regione che già fatica a gestire le risorse idriche disponibili.
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Le preoccupazioni non riguardano solo il consumo di suolo e risorse idriche, ma anche l’inquinamento atmosferico. Secondo le stime della petizione, l’allevamento emetterebbe circa 19 tonnellate di ammoniaca all’anno, senza che venga fornita una chiara stima dell’impatto odorigeno sull’ambiente circostante e sulle abitazioni vicine. L’inquinamento da ammoniaca è noto per avere effetti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute, soprattutto per le persone che vivono nelle vicinanze di impianti di questo tipo.
Gli organizzatori della petizione sollevano anche preoccupazioni riguardo agli impatti sociali ed economici del progetto. Essi temono che la realizzazione dell’allevamento intensivo possa comportare una svalutazione dei terreni agricoli e delle residenze vicine, con conseguente perdita di valore per le proprietà. Inoltre, viene messo in discussione il nome del Riso Arborio, un prodotto di prestigio del Made in Italy, che potrebbe subire un danno reputazionale a causa della vicinanza con un impianto che potrebbe danneggiare l'immagine della zona.
La petizione solleva anche dubbi etici riguardo alle condizioni di vita degli animali. Secondo i firmatari, l’allevamento intensivo comporterebbe la sofferenza di circa 300.000 galline, rinchiuse in spazi angusti e senza la possibilità di esprimere comportamenti naturali. Questo aspetto solleva interrogativi sulla gestione delle risorse animali e sul benessere degli stessi in un impianto di tale dimensione.
Il Comitato R.i.s.o. chiede che le autorità regionali e nazionali intervengano con urgenza per fermare il progetto, bloccando l’iter autorizzativo e avviando un confronto pubblico con la cittadinanza. Secondo i promotori della petizione, è fondamentale che venga data voce alle preoccupazioni della comunità locale, in modo che le autorità possano prendere decisioni informate e consapevoli. L’appello sottolinea l'importanza di un approccio più sostenibile e rispettoso dell’ambiente e delle persone, che consideri non solo gli aspetti economici, ma anche gli impatti sociali e ambientali di iniziative di questo tipo.
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