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Cronaca estera

Accordo sui sottomarini nucleari: mossa Usa per rafforzare la difesa del Pacifico

L'Australia fiduciosa nella continuazione dell’alleanza Aukus, ma i dubbi sulla revisione Usa mettono a rischio il futuro dell'accordo

Accordo sui sottomarini nucleari: mossa Usa per rafforzare la difesa del Pacifico

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L'alleanza trilaterale tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito, conosciuta come Aukus, potrebbe trovarsi a un punto di svolta. La promessa di dotare l’Australia di sottomarini nucleari per rafforzare la sua difesa nel Pacifico, in risposta alla crescente minaccia cinese, è al centro di una revisione condotta dal Pentagono. La notizia ha sollevato preoccupazioni a Canberra, che ha investito ingenti risorse nel progetto, ma anche ottimismo per la continuazione dell'alleanza, considerata fondamentale per la sicurezza futura dell'Australia.

L'amministrazione di Donald Trump, pur non ancora ufficialmente al completo, sta valutando se l'accordo con l'Australia si allinei con la sua agenda America First. Un funzionario del Pentagono ha dichiarato al New York Times che la revisione dell’accordo mirerà a garantire che il patto rispetti “criteri di buon senso” e che non comprometta la prontezza operativa delle forze armate statunitensi. Tuttavia, la decisione ha suscitato preoccupazione a Canberra, dove l'Aukus è visto come un pilastro strategico.

Il ministro della Difesa australiano, Richard Marles, ha dichiarato che sia l'Australia che il Regno Unito sono stati informati della revisione e che tutte le nazioni coinvolte sono ancora impegnate nel rispetto dell'accordo. Marles ha sottolineato che si tratta di un passo naturale per un’amministrazione nuova e che l'Australia continua a considerare l'Aukus come fondamentale per la sua strategia di difesa, specialmente in una regione sempre più dominata dalle mosse militari di Pechino.

L’acquisto dei sottomarini nucleari, di classe Virginia e destinati a Canberra entro il 2030, rappresenta un elemento chiave per l'Australia, che vedrà così ampliata la sua capacità di operare a lunga distanza senza essere rilevata, una risorsa preziosa per contrastare l'influenza crescente della Cina nella regione. In particolare, l'accordo prevede la fornitura iniziale di tre-cinque sottomarini di seconda mano da parte degli Stati Uniti, con l'obiettivo di rafforzare anche la capacità di produzione nazionale australiana.

Nonostante l'ottimismo dell'Australia, permangono dei dubbi sulla fattibilità pratica dell'accordo. Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa statunitense, ha recentemente sollevato preoccupazioni riguardo alla capacità di produzione in numero sufficiente di sottomarini. Durante un'audizione al Senato, Colby ha dichiarato: “Se riusciremo a produrre sottomarini d’attacco in numero sufficiente e a velocità sufficiente, allora non ci saranno problemi. Ma se non ci riusciremo, diventerà un problema molto difficile da risolvere”. Questo solleva interrogativi sul futuro del patto, con Washington che sembra non voler esporsi troppo per proteggere i suoi alleati.

Nonostante le difficoltà, l'Australia resta fiduciosa nel futuro dell'Aukus. L’accordo è infatti visto come una risposta necessaria alla crescente pressione geopolitica del Pacifico, con la Cina che continua a rafforzare la sua presenza militare nella regione. Tuttavia, il percorso potrebbe non essere privo di ostacoli, con la nuova amministrazione statunitense che potrebbe porre limitazioni o rivedere gli impegni presi, mettendo a rischio uno degli accordi di difesa più significativi del decennio.

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