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Scienza & Salute

Un impianto cerebrale traduce i pensieri di un malato di SLA in parole: la nuova frontiera della comunicazione

Grazie a un impianto cervello-computer, un uomo affetto da SLA riesce a "parlare" in tempo reale con una voce computerizzata, superando i limiti della tecnologia precedente.

Un impianto cerebrale traduce i pensieri di un malato di SLA in parole: la nuova frontiera della comunicazione

Foto di repertorio

Un passo avanti rivoluzionario nella tecnologia cerebrale ha permesso a un uomo affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) di "parlare" grazie a un impianto cerebrale che traduce i suoi pensieri in parole, con un ritardo quasi impercettibile. I ricercatori della University of California, Davis, hanno descritto il successo di questo innovativo progetto nelle pagine di Nature.

Questa tecnologia ha raggiunto un livello di precisione e velocità finora inimmaginabile. Grazie a un'interfaccia cervello-computer (BCI) e un impianto cerebrale che stimola la corteccia motoria, il paziente, che ha perso la voce a causa della SLA, può ora comunicare con una voce computerizzata generata a una velocità che si avvicina a quella del linguaggio naturale. I ricercatori non solo hanno migliorato la velocità di trasmissione delle parole, ma hanno anche reso possibile enfatizzare alcune parole in una frase e persino cantare semplici melodie.

In passato, tentativi simili avevano ottenuto risultati deludenti, con ritardi significativi nell'elaborazione delle parole. Questo rendeva difficile per i pazienti intraprendere conversazioni fluide. Gli scienziati, consapevoli di questa limitazione, hanno lavorato su un sistema che fosse in grado di ridurre drasticamente questi ritardi. Il risultato ottenuto è sorprendente: il ritardo nell’elaborazione è di soli 25 millisecondi, un intervallo di tempo praticamente impercettibile e pari al tempo che impiega la voce a raggiungere le orecchie di una persona. Si tratta di un miglioramento significativo, circa 40 volte più veloce rispetto ai sistemi precedenti.

Oltre a una maggiore velocità, il sistema è riuscito a riprodurre alcune caratteristiche tipiche del linguaggio umano, come l'intonazione e l'enfasi sulle parole, nonché l'alternanza di toni nelle domande e nelle affermazioni. Ciò significa che la comunicazione diventa non solo più veloce, ma anche più espressiva e naturale.

Sebbene il sistema abbia permesso una comprensione del 60% delle parole pronunciate dal paziente, la strada per una comunicazione perfetta è ancora lunga. Il sistema brain-to-text ha raggiunto una precisione del 98%, ma la riduzione dei tempi di latenza rappresenta un enorme passo avanti. Gli scienziati sono già pronti a testare impianti con un numero maggiore di elettrodi, fino a 1600, per migliorare ulteriormente la qualità della comunicazione. Il prossimo obiettivo è impiantare questi dispositivi in pazienti che hanno perso la capacità di parlare a causa di un ictus, con l'aspettativa che l'aumento del numero di elettrodi possa rendere la comunicazione ancora più fluida e comprensibile.

"Questi risultati dimostrano la fattibilità di consentire alle persone con paralisi di parlare in modo intelligibile ed espressivo attraverso un’interfaccia BCI", afferma lo studio, aprendo la strada a nuove possibilità per le persone con disabilità motorie.

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