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Sovraffollamento e sciopero improvviso: il Louvre chiude le porte ai visitatori e rilancia il dibattito sulla sostenibilità gestionale

Si accende la protesta il museo riapre solo nel pomeriggio

Sovraffollamento e sciopero improvviso: il Louvre chiude le porte ai visitatori e rilancia il dibattito sulla sostenibilità gestionale

Lunedì mattina (16 giugno) il museo del Louvre ha dovuto chiudere temporaneamente le sue porte ai visitatori a causa di uno sciopero improvviso del personale addetto all’accoglienza e ai controlli d’ingresso. La protesta, non preannunciata, ha lasciato migliaia di turisti in attesa nel cortile del celebre museo parigino, generando disagi e confusione, anche per via della scarsa comunicazione da parte dell’amministrazione.

Il Louvre, che è il museo più visitato al mondo con circa 25mila ingressi al giorno, ha potuto riaprire solo nel primo pomeriggio. Il personale in sciopero denuncia un sovraccarico di lavoro crescente, dovuto all’afflusso massiccio di visitatori e alla carenza di personale, che renderebbe sempre più difficile garantire un’accoglienza adeguata e sicura.
Da tempo, il Louvre è al centro di un acceso dibattito sulla sostenibilità della sua gestione, schiacciata dal peso della sua popolarità. 

Il sovraffollamento non è solo un problema logistico, ma anche di sicurezza e qualità dell’esperienza museale. Gli addetti denunciano che, in queste condizioni, è difficile garantire un ambiente ordinato e fruibile sia per il pubblico sia per il personale.
La questione non è passata inosservata nemmeno ai vertici dello Stato. Alcuni mesi fa, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un ambizioso piano di rinnovamento del Louvre, che prevede anche un ripensamento del sistema di accesso e prenotazione, con l’obiettivo di migliorare la gestione dei flussi turistici e tutelare meglio sia il personale sia il patrimonio artistico.
Nel frattempo, l’episodio di lunedì rilancia l’urgenza di intervenire con misure concrete per ridurre la pressione sul museo e garantire condizioni di lavoro dignitose per chi ogni giorno ne permette il funzionamento.

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