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19 Giugno 2025 - 07:20
Il Dipartimento di Stato americano ha reso note le nuove direttive per cui gli studenti stranieri che intendono studiare negli Stati Uniti dovranno fornire l’accesso ai propri account social come parte integrante della procedura per ottenere un visto. Queste direttive mirano a esaminare l’attività online di chi fa domanda per entrare nel Paese con finalità di studio o scambio culturale.
Secondo le nuove disposizioni, i diplomatici statunitensi saranno tenuti a valutare attentamente la presenza digitale dei richiedenti, con l’obiettivo di individuare contenuti che possano indicare ostilità nei confronti del popolo americano, delle sue istituzioni, della cultura o dei principi fondamentali degli Stati Uniti. Il rifiuto di condividere i propri profili social potrebbe essere interpretato come un tentativo di nascondere comportamenti sospetti.
Un documento interno ottenuto da Politico aggiunge che i funzionari dovranno segnalare eventuali elementi che suggeriscano il sostegno a gruppi terroristici, minacce alla sicurezza nazionale o la diffusione di contenuti antisemiti, inclusi quelli che incitano a violenza o molestie. Il controllo su presunti atteggiamenti antisemiti si inserisce in un orientamento già adottato dall’Ufficio per la cittadinanza e l’immigrazione (USCIS), che dipende dal Dipartimento della Sicurezza Interna, ma ha suscitato critiche da parte di chi lo ritiene un tentativo di mettere a tacere le voci contrarie alla politica israeliana nella guerra a Gaza.
Le nuove misure si applicano ai richiedenti dei visti appartenenti alle categorie F, M e J, destinati a studenti universitari, iscritti a percorsi professionali e partecipanti a programmi di scambio culturale.
Un alto dirigente del Dipartimento di Stato ha difeso l’iniziativa, dichiarando che “gli americani si aspettano che il governo protegga il Paese con ogni mezzo possibile, e l’amministrazione Trump lo sta facendo giorno dopo giorno”. Ha inoltre elogiato il segretario di Stato Marco Rubio per il suo impegno nel rafforzare la sicurezza nazionale, adattando il sistema alle sfide dell’era digitale.
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