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riscaldamento globale
23 Giugno 2025 - 15:50
Il mondo ha ufficialmente superato una soglia simbolica e cruciale nella lotta al cambiamento climatico. Secondo un ampio studio pubblicato sulla rivista scientifica Earth System Science Data, il limite di 1,5°C di aumento della temperatura media globale rispetto ai livelli preindustriali non è più a portata di mano. L’analisi è stata firmata da 61 scienziati provenienti da 17 Paesi, molti dei quali membri del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (IPCC), il massimo organismo scientifico internazionale sul clima.
Il rapporto denuncia un fatto ormai ineludibile: l’inazione dei governi e l’insufficienza delle politiche climatiche attuate finora hanno compromesso l’obiettivo principale fissato dall’Accordo di Parigi del 2015. I dati parlano chiaro: per rimanere entro 1,5°C, la quantità di CO₂ che il mondo può ancora permettersi di emettere — il cosiddetto carbon budget — è pari a soli 130 miliardi di tonnellate, cioè meno di tre anni di emissioni ai ritmi attuali. "Il carbon budget sarà esaurito rapidamente e in modo ormai ineluttabile. È un problema di inerzia delle società", ha dichiarato la climatologa Sophie Szopa al quotidiano francese Le Monde, evidenziando come la continua crescita delle concentrazioni di metano stia accelerando ulteriormente il processo.
Lo studio anticipa di fatto i dati che il Gruppo di lavoro 1 dell’IPCC aggiornerà solo alla fine del decennio. Proprio per colmare questo vuoto temporale, gli autori hanno scelto di intervenire ora, fornendo informazioni aggiornate e attendibili ai decisori politici, nella speranza di stimolare un’azione più incisiva.
L’analisi, pur drammatica, non è un invito alla resa. Al contrario, gli scienziati ribadiscono che ogni decimo di grado evitato ha un impatto concreto sulla vita degli esseri umani e sulla salute del pianeta. Il superamento della soglia di 1,5°C comporterà effetti a cascata: ondate di calore estreme, perdita irreversibile di ecosistemi, innalzamento del livello del mare, impatti sull’agricoltura e sulla sicurezza alimentare.
Se l’umanità vuole almeno evitare di superare i 2°C, restano a disposizione circa 1.050 miliardi di tonnellate di CO₂. Ma al ritmo attuale, anche questo secondo budget climatico verrebbe esaurito in meno di 25 anni. Lo Special Report 1.5 dell’IPCC del 2018 aveva già spiegato le differenze drammatiche tra un mondo più caldo di 1,5°C e uno di 2°C: un mezzo grado che può significare milioni di sfollati in più, eventi climatici estremi più frequenti, collasso di interi sistemi naturali.
La prossima Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (COP30), in programma a novembre a Belém, in Brasile, si preannuncia decisiva. I nuovi dati scientifici non potranno essere ignorati. La scienza ha parlato chiaramente: non c’è più tempo per rinvii o compromessi.
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