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Scuola
27 Giugno 2025 - 10:40
Oltre 430.000 studenti italiani dotati di un’intelligenza superiore stanno per ottenere finalmente un riconoscimento ufficiale. Parliamo dei cosiddetti alunni plusdotati, spesso invisibili all’interno delle scuole, etichettati erroneamente come difficili o addirittura abbandonati a sé stessi, con conseguenze anche gravi sul loro percorso educativo.
Per porre fine a questa situazione, il Parlamento si appresta a varare una legge innovativa che introduce misure concrete per identificare precocemente questi giovani, elaborare piani didattici personalizzati e formare adeguatamente gli insegnanti e il personale scolastico.
La plusdotazione non si limita a un semplice quoziente intellettivo elevato, ma coinvolge anche aspetti emotivi e relazionali. Questi studenti, sebbene mentalmente molto più maturi rispetto ai loro coetanei, possono manifestare noia, isolamento e difficoltà di integrazione, poiché il loro sviluppo emotivo è spesso in ritardo rispetto a quello cognitivo.
Questa discrepanza può trasformare la scuola in un ambiente frustrante e ostile. Il fenomeno riguarda circa il 5% degli studenti, una percentuale simile a quella degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento, per i quali esistono già normative di tutela. Tuttavia, l’Italia si distingue come uno dei pochi Paesi europei a non disporre ancora di un quadro normativo chiaro in questo ambito, nonostante le indicazioni dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa risalenti a quasi trent’anni fa.
Il disegno di legge, già approvato dalla Commissione Cultura, introduce nuove figure e strumenti di supporto: in ogni scuola sarà nominato un referente per l’alto potenziale cognitivo, incaricato di individuare gli studenti plusdotati e di coordinare la predisposizione di programmi su misura.
La formazione del personale diventa obbligatoria e strutturata: il referente dovrà seguire corsi specifici con 20 ore iniziali e aggiornamenti annuali di 15 ore, mentre gli insegnanti frequenteranno moduli formativi di 10 ore il primo anno e 5 ore negli anni successivi. Inoltre, nei corsi universitari di Psicologia, Scienze della Formazione, Lettere, Matematica e Servizio Sociale sarà previsto un esame dedicato a questa tematica.
Al centro della legge ci sono i piani didattici personalizzati (PDP), che prevedono flessibilità curricolare e la possibilità di salto di classe per adattare l’insegnamento alle esigenze specifiche di ciascun alunno. Particolare attenzione è riservata alla prevenzione di eventuali disagi emotivi e sociali, riconoscendo che un talento non adeguatamente supportato può trasformarsi in sofferenza psicologica.
La normativa prevede anche un sistema di monitoraggio continuo degli interventi con la possibilità di coinvolgere specialisti esterni. Fondamentale è il ruolo delle famiglie, chiamate a partecipare attivamente nella definizione delle strategie educative e con la possibilità di avviare autonomamente il percorso diagnostico.
Questo approccio integrato fra scuola, famiglia e professionisti mira a valorizzare le potenzialità degli studenti plusdotati, ponendo al centro non solo le loro capacità cognitive, ma anche il loro benessere emotivo e relazionale.
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