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Il caso
27 Giugno 2025 - 11:43
La Corte del Riesame ha dato ragione alla Procura di Firenze: secondo i giudici, esiste un concreto rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Per questo è stata accolta la richiesta di applicare una misura cautelare nei confronti di Maria Concetta Riina, figlia del noto boss mafioso Totò Riina, e del marito Antonino Ciavarello.
L’indagine riguarda fatti risalenti all’agosto 2024. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Ros, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Firenze, i due avrebbero rivolto richieste di denaro a due imprenditori. La Procura parla di pressioni minacciose che avrebbero spinto almeno uno dei due imprenditori a versare una somma di denaro direttamente a Maria Concetta Riina.
Nonostante Ciavarello fosse detenuto in carcere in quel periodo, sarebbe riuscito comunque a inviare messaggi tramite telefono cellulare, mantenendo i contatti con la moglie e con le vittime.
L’accusa sottolinea la presenza di gravi indizi di colpevolezza e l’aggravante del metodo mafioso. La misura del Riesame, però, non è ancora esecutiva.
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