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Cinema
29 Giugno 2025 - 07:58
La scomparsa di Alvaro Vitali, avvenuta il 24 giugno a Roma a 75 anni per una bronco-polmonite, non ha fermato le polemiche. Anzi, proprio dalla Francia giungono commenti molto aspri. Il quotidiano Le Monde, noto per la sua autorevolezza, ha dedicato un articolo critico sull’attore italiano, descrivendolo come un personaggio “infantile e ossessivamente libidinoso”.
Il giornale non si limita a questo: Vitali viene definito “di bassa statura (1,56 metri), poco attraente, con un naso pronunciato e gli occhi incrociati, spesso preso di mira dai colleghi nei film in cui recitava”.
Secondo Le Monde, la sua fama in Francia non è mai stata paragonabile a quella ottenuta in patria, dove invece era considerato una sorta di icona popolare, seppur di gusto semplice e a tratti banale. La critica punta a ridimensionare il suo valore artistico, sfociando a tratti in giudizi crudeli e offensivi.
L’articolo fa anche riferimento ai film in cui Vitali interpretava personaggi sfortunati e infantili, protagonisti di scene con le cosiddette “stelline nude” del cinema erotico italiano come Edwige Fenech, Gloria Guida e Nadia Cassini. Titoli come La maestra dà lezioni private (Nando Cicero, 1975), Il poliziotto dei polli (Michele Massimo Tarantini, 1976) e Il maestro e gli imbecilli (Mariano Laurenti, 1978) sono citati come esempio di questo genere.
Per il giornale francese, Vitali rappresenta “un simbolo di un certo tipo di cinema popolare italiano, segnato da una regressione immatura e incontrollata”, un modello di pellicola “destinato a fallire”.
La chiusura dell’articolo sottolinea come “la tradizione comica si sia evoluta verso forme più raffinate, mentre il pubblico dei film di Vitali si è spostato verso la televisione, segnando una brusca interruzione della sua carriera nel 1983”.
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