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Turismo
29 Giugno 2025 - 13:30
Se quest’estate stai cercando un posto dove tuffarti in mare senza pensieri, l’Europa offre davvero il meglio. Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente (AEA), oltre l’85% delle acque europee è risultato eccellente per la balneazione. Cipro guida la classifica, seguita da Grecia e Italia, che si confermano mete sicure anche per i più attenti alla qualità dell’acqua.
Cipro sfiora la perfezione, con il 99,2% delle sue acque balneabili classificate come eccellenti.
Grecia segue da vicino, con un ottimo 97%.
Italia brilla con un 90,3%, superando Spagna e molti altri partner europei, anche se dietro alla Germania.
Questi dati si riferiscono alla stagione 2024 e derivano dall’analisi di quasi 22.000 siti di balneazione, sia marittimi che interni. I test hanno cercato principalmente tracce di Escherichia coli ed enterococchi intestinali, due indicatori di contaminazione fecale potenzialmente pericolosa per la salute.
Il miglioramento della qualità dell’acqua in Europa non è frutto del caso. Negli ultimi decenni, il controllo sistematico delle acque – previsto dalla Direttiva europea sulla balneazione – e gli investimenti negli impianti di depurazione hanno fatto la differenza. Anche tratti urbani, un tempo inquinati, oggi sono accessibili e sicuri per fare il bagno.
Ogni anno, durante e prima della stagione balneare, le autorità locali prelevano campioni per analizzare il livello dei batteri. Le acque vengono poi classificate in quattro categorie: eccellente, buona, sufficiente o scarsa.
Oltre a Cipro, anche Austria, Grecia, Croazia e Bulgaria hanno registrato percentuali superiori al 95% di acque eccellenti. In Romania, Malta, Slovenia, Lussemburgo e Bulgaria, tutte le zone di balneazione superano almeno il livello sufficiente.
Di contro, in Paesi come Belgio, Ungheria, Polonia, Estonia e Albania, meno del 70% delle acque raggiunge il livello eccellente. Il dato più critico? In Albania, solo il 16% delle acque è eccellente.
Inoltre, in Francia, Paesi Bassi, Svezia ed Estonia, più del 3% delle acque è risultato di scarsa qualità.
Nonostante l’ottima media nazionale, tra il 2019 e il 2023 ben 30 siti balneari italiani sono stati classificati come scarsi. Solo cinque hanno migliorato le condizioni entro il 2024. In questi casi, la normativa impone la chiusura per l’intera stagione successiva, per evitare rischi per i bagnanti e permettere il risanamento.
Il report si conclude con un caso emblematico: Copenaghen, che grazie a investimenti continui nel trattamento delle acque reflue fin dagli anni ’90, è riuscita ad aprire già nel 2002 uno stabilimento balneare… nel porto cittadino. Oggi è simbolo di come le città possano riconciliarsi con l’acqua.
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