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La decisione
30 Giugno 2025 - 12:35
Donald Trump ha annunciato in diretta su FoxNews di aver trovato chi è pronto a salvare TikTok: non un singolo acquirente, ma “un gruppo di persone molto ricche” interessato a rilevare la popolare app cinese. Il presidente americano ha precisato che i dettagli dell’operazione saranno resi noti entro due settimane, lasciando intendere che si tratterà di un’intesa di peso.
La mossa arriva dopo mesi di tensioni e rinvii. A gennaio, appena insediato alla Casa Bianca, Trump aveva sospeso il divieto imposto dalla Corte Suprema, che considerava TikTok una minaccia per la sicurezza nazionale e aveva ordinato a ByteDance di cederne il controllo. La piattaforma era rimasta bloccata per 14 ore in tutti gli Stati Uniti, segnando uno dei punti più alti dello scontro digitale tra Washington e Pechino.
Le trattative, rallentate dalle relazioni sempre più fredde con il governo cinese, avevano costretto l’amministrazione a prorogare la scadenza per la vendita. Ora, con i compratori individuati, la firma sembra più vicina. Secondo Trump, anche Xi Jinping sarebbe pronto a dare il via libera: “Probabilmente lo farà”, ha detto. Tra i potenziali acquirenti circolano nomi pesanti: Microsoft, Meta, Oracle, Amazon e Walmart.
Ma l’intervista al canale conservatore è stata anche l’occasione per il presidente per mandare segnali chiari su altri dossier caldi della sua agenda internazionale. Sulla crisi in Medio Oriente, Trump ha rivendicato l’azione contro l’Iran: “Il programma nucleare è stato annientato come mai nessuno aveva visto prima. Abbiamo posto fine alle loro ambizioni atomiche, almeno per un po’”. Riguardo alle indiscrezioni su un trasferimento di uranio arricchito prima dei raid, ha dichiarato: “È stato molto complicato e pericoloso. Ma non hanno avuto alcun preavviso”.
Infine, una stoccata all’Europa. Sui dazi destinati a entrare in vigore il 9 luglio, Trump ha negato l’ipotesi di una nuova proroga: “Potrei farlo, ma non credo ci sia bisogno”. Il presidente ha assicurato che il suo team è già al lavoro per inviare lettere ai Paesi coinvolti. “Abbiamo chiuso con Cina e Gran Bretagna, ora tocca agli altri”. Il braccio di ferro commerciale è tutt’altro che chiuso.
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