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I bilanci

Pitti Bimbo: affluenza stabile ma sottotono, tra conferme e sfide del mercato Kids wear

L'ultima edizione di giugno attira 900 buyer internazionali, ma i numeri restano lontani dai fasti pre-pandemici

Pitti Bimbo: affluenza stabile ma sottotono, tra conferme e sfide del mercato Kids wear

L'ultima edizione di Pitti Bimbo, tenutasi il 25 e 26 giugno 2025, ha confermato un trend di affluenza che, pur stabile, fatica a raggiungere i livelli pre-pandemici. In due giorni, la manifestazione ha accolto 900 buyer, di cui circa il 50% provenienti dall'estero. A questi si aggiungono oltre 150 tra giornalisti, media e influencer internazionali, portando il totale dei visitatori a 1.100 operatori. Tra i principali mercati esteri rappresentati figurano Regno Unito, Cina, Spagna, Russia, Stati Uniti e Giappone, a testimonianza della sua risonanza globale.

I dati attuali evidenziano una stabilizzazione rispetto al calo significativo del giugno 2024, quando la fiera aveva radunato 1.200 compratori in tre giorni, scendendo dai 3.000 del giugno 2023. L'edizione di gennaio 2025 (Pitti Bimbo 100) aveva registrato numeri leggermente superiori, con oltre 1.300 buyer (300 esteri) e un totale di 1.700 visitatori.

"In Fortezza, in questi giorni, si è respirata una voglia concreta di proporre idee fresche e prodotti nuovi ai buyer e alla stampa internazionale arrivati per Pitti Bimbo 101," ha affermato in una nota Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. Ha lodato i quasi 170 marchi partecipanti per la loro "grande consapevolezza del momento che il settore sta vivendo" e delle "trasformazioni in atto nel retail globale," esprimendo al contempo "vivace creatività e tanta energia nel rispondere al cambiamento."

Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine, ha aggiunto che "Pitti Bimbo vuole essere un punto di riferimento importante, fluido e sensibile ai cambiamenti del kidswear, in tutte le sue identità". Ha sottolineato come questa edizione abbia rappresentato "un ulteriore passaggio nel percorso di cambiamento del salone," ringraziando il Maeci e l'Agenzia Ice per il loro "fondamentale aiuto" nel sostenere i piani di ospitalità e l'intelligence sui mercati esteri.

Nonostante gli sforzi e i cambiamenti implementati da gennaio, è innegabile che l'universo del kidswear in Italia stia affrontando profonde mutazioni nelle abitudini di acquisto e nella distribuzione. Sebbene il management di Pitti Immagine operi con passione e competenza, la riposta degli operatori non è ancora pienamente soddisfacente.

L'apprezzabile adozione di una visione più lifestyle da parte della fiera, con l'inclusione di momenti di formazione, informazione ed entertainment, si scontra con la frammentazione crescente del settore. Come emerso in un evento di confronto organizzato da Pitti Bimbo a Milano lo scorso aprile, il canale wholesale è in affanno, mentre il boom del fast fashion e del second hand online continuano a impattare significativamente sull'abbigliamento per i più piccoli. Un comparto, quest'ultimo, già in flessione prima della pandemia e ora più che mai disperso.

Per ambire a tornare ai fasti del passato – dieci anni fa gli ingressi raggiungevano le 10mila unità – potrebbe essere opportuno considerare l'opportunità di inserire Pitti Bimbo all'interno della Fortezza da Basso durante i giorni di Pitti Uomo, una formula già sperimentata nel post-Covid. Questa strategia potrebbe offrire al settore l'impulso e la visibilità necessari per affrontare le sfide attuali.

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