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Salute animale

Dermatite bovina nodulare: Bergesio (Lega) interroga il Governo su vaccini, protocolli e misure sanitarie

Il senatore Bergesio chiede misure urgenti per proteggere la zootecnia italiana dalla lumpy skin disease

Dermatite bovina nodulare

Immagine di repertorio

Il senatore Giorgio Maria Bergesio (Lega), membro della Commissione Agricoltura a Palazzo Madama, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero della Salute in merito alla gestione della diffusione della Lumpy Skin Disease (LSD), nota in Italia come Dermatite Nodulare Contagiosa del bovino. L’iniziativa segue la conferma di un focolaio nel territorio mantovano, il primo sul continente dopo i precedenti riscontrati in Sardegna, a pochi chilometri dai confini dell’Emilia-Romagna, e coincide con casi recentemente rilevati in Francia (Savoia, 29 giugno).

La Dermatite Nodulare è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i bovini, trasmessa principalmente da insetti vettori ematofagi. Secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), il virus non è trasmissibile all’uomo né attraverso il consumo di latte o carne. Tuttavia, la patologia può comportare gravi conseguenze sanitarie ed economiche per gli allevamenti, tra cui cali di produzione, perdita di peso, ridotta fertilità e, nei casi più gravi, la morte degli animali.

Attualmente, il protocollo sanitario prevede l'istituzione di zone di protezione e sorveglianza nei territori colpiti: entro un raggio di 20 km viene vietata la movimentazione di animali e liquami, mentre la sorveglianza veterinaria si estende fino a 50 km dal focolaio. Le aziende coinvolte subiscono restrizioni operative, con conseguenti ripercussioni sulla redditività.

Nel testo dell’interrogazione, Bergesio sollecita il Governo a intervenire su tre ambiti prioritari:

  1. Revisione della prassi di abbattimento
    Il senatore chiede di evitare abbattimenti indiscriminati di capi non infetti, promuovendo criteri più selettivi basati su diagnosi virologiche e valutazioni scientifiche. L’obiettivo è tutelare gli allevamenti da perdite ingiustificate e preservare la sostenibilità economica del comparto.

  2. Vaccinazioni tempestive
    Viene sottolineata l’urgenza di garantire un approvvigionamento rapido e sufficiente di vaccini contro la LSD. In diversi Stati membri dell’Unione Europea, l’uso del vaccino ha consentito di contenere la diffusione del virus. L’Italia, secondo Bergesio, deve dotarsi di scorte adeguate e programmare una campagna di vaccinazione preventiva nelle aree a rischio.

  3. Aggiornamento delle linee guida sanitarie
    Il senatore ritiene necessario un aggiornamento dei protocolli nazionali per la gestione delle emergenze zootecniche, al fine di affrontare con maggiore efficacia focolai futuri. Ciò comporterebbe un rafforzamento della rete di monitoraggio epidemiologico e una migliore integrazione delle competenze tra Istituti Zooprofilattici, autorità sanitarie regionali e allevatori.

La preoccupazione manifestata da diverse associazioni di categoria riguarda il possibile impatto dell’epidemia su filiere di eccellenza, come quella del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, che dipendono da allevamenti altamente specializzati. La LSD, se non contenuta, potrebbe generare un effetto domino su produzione, export e occupazione nel comparto zootecnico, con conseguenze rilevanti anche a livello economico e sociale.

Secondo dati Coldiretti, la Lombardia e l’Emilia-Romagna rappresentano oltre il 30% della produzione nazionale di latte. Eventuali blocchi sanitari o abbattimenti preventivi su larga scala potrebbero incidere significativamente sull’intera filiera casearia.

L’interrogazione di Bergesio si inserisce in un contesto in cui l’Italia, come gli altri Stati membri, è tenuta a rispettare le disposizioni dell’Unione Europea in materia di biosicurezza e gestione delle malattie animali emergenti. Nei prossimi giorni è attesa una risposta del Ministero della Salute, anche alla luce delle raccomandazioni tecniche formulate dal Centro di Referenza Nazionale per le malattie esotiche degli animali (CESME).

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