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03 Luglio 2025 - 16:55
A Saginara, minuscola frazione di Contursi Terme (provincia di Salerno), è in azione una gigantesca talpa meccanica lunga 130 metri, 4mila tonnellate di peso e 18 motori. Sta scavando una delle otto gallerie previste nei primi 35 chilometri del progetto di alta velocità chiamato, con una certa enfasi, “Salerno–Reggio Calabria”. Eppure di Reggio Calabria, nei piani ufficiali, non c’è traccia.
Il primo tratto in costruzione collegherà Battipaglia a Romagnano al Monte, nel salernitano, con un costo stimato di 2,8 miliardi di euro, finanziato in buona parte con fondi europei del PNRR, che dovranno essere spesi entro dicembre 2026. A gestire i lavori è il consorzio Xenia, che riunisce colossi come Webuild, Ghella, Pizzarotti e Tunnelpro, mentre la direzione lavori è affidata a Italferr (gruppo Ferrovie dello Stato).
Nonostante la narrazione ottimistica del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha promesso una linea che collegherà Praia a Mare, Reggio Calabria e persino la Sicilia in tempi record, la realtà dei progetti approvati è molto diversa.
L’unico tratto effettivamente in costruzione, ovvero Battipaglia-Romagnano, termina a oltre 120 km dalla Calabria. Le successive tratte previste porteranno, forse entro il 2032, fino a Praia a Mare, al confine settentrionale calabrese. Da lì in poi non esiste alcun progetto approvato, né fondi garantiti, né tempistiche certe. Anzi, le mappe ufficiali dell’UE e del governo italiano indicano Praia a Mare come punto terminale della nuova linea ad alta velocità. Tutto il resto, compreso il tratto finale fino a Reggio Calabria, rimane sulla carta.
Secondo Ferrovie dello Stato, al termine dei lavori si potrebbe viaggiare da Salerno a Reggio Calabria in 3 ore e 40 minuti, contro le attuali 5. Ma oggi alcuni treni Frecciarossa coprono già la tratta in 3 ore e 50 minuti, rendendo il risparmio di tempo piuttosto marginale.
Intanto i sindaci calabresi protestano: a gennaio hanno organizzato una conferenza stampa a Roma, denunciando la mancanza di progettazione e finanziamenti per i tratti realmente meridionali dell'opera. Tra loro anche il sindaco di Cosenza Franz Caruso, che ha criticato l’abbandono del progetto che prevedeva il passaggio per Tarsia, giudicato più sicuro ed efficiente, ma scartato dal ministero perché considerato troppo costoso. Anche la stessa RFI ha ammesso a fine 2023 che il lotto tra Praia a Mare e Tarsia è “irrealizzabile”, a causa di problemi geologici (in particolare a causa di una falda acquifera).
Un dossier tecnico commissionato dai sindaci calabresi sostiene che nel 2022 il governo Draghi aveva stanziato 11,2 miliardi per completare l’alta velocità fino a Reggio Calabria. Ma nell’ultimo aggiornamento del contratto RFI, quei fondi non compaiono più. Restano solo somme minori destinate al potenziamento della vecchia linea costiera, spesso danneggiata da mareggiate.
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