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Cronaca sportiva
04 Luglio 2025 - 20:15
Le autorità statunitensi hanno fermato giovedì 3 luglio a Los Angeles, Julio Cesar Chavez Jr, noto pugile messicano, nel quartiere esclusivo di Studio City, frequentato anche da molte celebrità. L’operazione è stata condotta dall’Immigration and Customs Enforcement (ICE), l’agenzia federale controversa che controlla l’immigrazione negli Stati Uniti.
Chavez Jr è sotto accusa per presunti legami con il cartello di Sinaloa e risulta già ricercato in Messico tramite mandato di arresto. Ora l’ICE ha avviato la procedura per espellerlo dal territorio americano.
Le autorità federali affermano che il pugile ha superato la scadenza del suo visto turistico, registrata a febbraio 2024, e da allora vive negli Stati Uniti senza permesso legale. Il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) ha definito Chavez Jr un “criminale senza documenti” e lo ha indicato come una minaccia alla sicurezza pubblica.
Ma la vicenda non si limita alle accuse penali. Dietro l’arresto si legge infatti anche la diversa linea politica adottata dall’amministrazione Trump rispetto alla precedente, che ha suscitato dibattiti sul controllo dell’immigrazione.
Il pugile era entrato negli Stati Uniti nell’agosto 2023 con un visto turistico B2, ma il suo tentativo di ottenere la residenza permanente, presentato ad aprile 2024, è stato respinto per “dichiarazioni fraudolente”. In particolare, il matrimonio con una cittadina americana legata a sua volta a un figlio di Joaquín "El Chapo" Guzmán, il capo storico del cartello di Sinaloa, ha fatto scattare l’allarme.
Nel dicembre 2024, un documento interno dell’USCIS aveva classificato Chavez Jr come una “grave minaccia pubblica”. Tuttavia, durante l’amministrazione Biden, l’espulsione non era stata considerata prioritaria e il pugile ha potuto muoversi liberamente negli Stati Uniti, partecipando anche all’incontro con il famoso youtuber Jake Paul, che ha generato incassi superiori a 1,5 milioni di dollari.
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Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca e la nomina di Kristi Noem alla guida del Dipartimento per la Sicurezza Interna, la gestione dei casi considerati pericolosi è diventata molto più severa. La vicesegretaria del DHS, Tricia McLaughlin, ha criticato apertamente la precedente amministrazione per aver permesso a Chavez Jr di rimanere e rientrare negli Stati Uniti nonostante le gravi accuse.
“Sotto questa amministrazione, nessuno è al di sopra della legge, nemmeno gli atleti famosi”, ha dichiarato McLaughlin, aggiungendo che l’era della tolleranza verso la violenza dei cartelli di droga è terminata.
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