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Il caso

Strage di Corinaldo, irreperibili da 5 giorni Andrea Cavallari e la fidanzata

Il 26enne, autorizzato a discutere la tesi senza scorta, non è tornato in carcere dopo la cerimonia. Scattano le ricerche e le polemiche sulla gestione dei permessi.

Strage di Corinaldo, irreperibili da 5 giorni Andrea Cavallari e la fidanzata

Andrea Cavallari, 26 anni, condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per la strage della discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo (Ancona), è attualmente irreperibile. A essere scomparsa con lui è anche la sua fidanzata. Il giovane, detenuto nel carcere della Dozza di Bologna, aveva ottenuto un permesso speciale per discutere la tesi di laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna, senza essere accompagnato da agenti penitenziari. Dal 3 luglio, però, di lui non si hanno più notizie.

Stando alle prime ricostruzioni, dopo la cerimonia di laurea sarebbe rimasto da solo proprio in compagnia della sua partner, che però non risultava tra le persone autorizzate a fargli visita in carcere. Il permesso prevedeva infatti la custodia dei genitori. Le ricerche sono ora in corso, coordinate dalla Polizia penitenziaria.

L’avvocata Irma Conti, membro del collegio nazionale del Garante dei detenuti, ha lanciato un appello affinché Cavallari si costituisca spontaneamente: “Spero che questo gesto sia solo una momentanea debolezza e non la rottura definitiva del suo percorso di reinserimento. Casi simili non devono mettere in discussione l’obiettivo rieducativo della pena, sancito dall’articolo 27 della Costituzione”.

Intanto, la questione ha sollevato numerose polemiche. Il Movimento 5 Stelle ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Carlo Nordio, con prima firmataria la deputata Stefania Ascari, per chiarire perché il detenuto non fosse sottoposto ad adeguate misure di sorveglianza durante l’uscita dal carcere. “Questo episodio”, denunciano Ascari e il senatore Marco Croatti, “è sintomatico di un sistema squilibrato: da un lato una gestione durissima delle carceri, dall’altro un’eccessiva leggerezza nella concessione dei benefici”.

Anche il rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, è intervenuto sulla vicenda, precisando che l’Ateneo non ha alcuna competenza sulle misure di sicurezza applicate ai detenuti: “La presenza o meno della scorta viene decisa dal magistrato di Sorveglianza. L’università si limita a garantire lo svolgimento dell’esame, come avviene per qualsiasi altro studente”.

I rappresentanti del M5S insistono sulla necessità di chiarire le valutazioni che hanno portato alla concessione del permesso a Cavallari, condannato per una delle tragedie più gravi degli ultimi anni, in cui morirono sei persone a causa di un’azione criminale con spray urticante. “Non possiamo tollerare che simili crimini siano seguiti da gestioni così superficiali. Serve rispetto per le vittime e un approccio rigoroso da parte delle istituzioni”, concludono i parlamentari.

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