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Il ritorno dei volti antichi: il Corridoio Vasariano si popola di busti romani

Agli Uffizi riemergono capolavori della ritrattistica imperiale e il collezionismo archeologico mediceo torna protagonista

Il ritorno dei volti antichi: il Corridoio Vasariano si popola di busti romani

Dopo otto anni di restauro e messa in sicurezza, il Corridoio Vasariano è tornato ad accogliere il pubblico, offrendo un punto di vista unico sulla città e sulla storia della dinastia medicea. Ma da poche settimane, la celebre passeggiata aerea sopra l’Arno si è arricchita di un’importante novità: l’esposizione permanente di oltre cinquanta busti romani di epoca imperiale, in gran parte provenienti dai depositi delle Gallerie degli Uffizi.

Una collezione di ritratti di imperatori, imperatrici e intellettuali romani trova ora posto nel tratto del Corridoio che scorre sopra il Ponte Vecchio, in un allestimento che si inserisce nel più ampio progetto “Futuro all’Antico”, lanciato sotto la direzione di Simone Verde per valorizzare il patrimonio archeologico mediceo. I busti, che non venivano esposti al pubblico dal 1993, erano un tempo collocati nei corridoi del secondo piano degli Uffizi, ma furono rimossi per far posto a un allestimento filologico ispirato alla disposizione settecentesca della Galleria. Da allora, queste opere – acquisite in gran parte alla fine del Settecento da Luigi Lanzi, vicedirettore degli Uffizi e figura chiave nel collezionismo antiquario mediceo – sono rimaste custodite nei depositi del museo.

Oggi, grazie all’intervento curato nell’ambito di “Futuro all’Antico”, tornano finalmente visibili e accessibili, ricomponendo una delle più importanti raccolte di ritrattistica romana fuori da Roma. L’operazione non solo restituisce dignità a una parte significativa delle collezioni degli Uffizi, ma si propone anche di riportare al centro della scena il dialogo tra arte classica e museografia contemporanea.

Secondo il direttore Simone Verde, l’iniziativa rappresenta una “ricucitura della storia collezionistica” degli Uffizi, in continuità con altri interventi recenti come il riallestimento della Sala dei Marmi Antichi e la futura ricostituzione del ricetto delle iscrizioni. «Il collezionismo archeologico mediceo – spiega Verde – è una componente fondante dell’identità delle Gallerie. Ridargli visibilità significa anche rafforzare il legame tra il museo e le sue radici storiche, artistiche e culturali.» L’obiettivo, quindi, non è solo recuperare capolavori dimenticati, ma ripensare il museo come spazio dinamico, dove la fruizione contemporanea dialoga con la stratificazione della storia.

Con il ritorno dei busti antichi nel Corridoio Vasariano, gli Uffizi rilanciano la propria vocazione di luogo in cui l’arte classica e la riflessione museale si incontrano. Un’iniziativa che non guarda solo al recupero del passato, ma si propone di restituirgli un ruolo attivo nel raccontare le complessità del presente.

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