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Curiosità
09 Luglio 2025 - 21:15
Foto di repertorio
Che si tratti di un viaggio in bicicletta, in autobus o in macchina, la percezione che la strada del ritorno sia più rapida del tragitto di andata, è una credenza diffusa. Le proporzioni di questa illusione hanno raggiunto portata tale da cercare una risposta nella scienza, la quale conferma ciò che razionalmente si può dedurre.
Sebbene il "return trip effect" sembri non dipendere dai tragitti scelti e, dunque, dai chilometri percorsi, la "colpa" sembra essere della nostra mente. La strada del ritorno sembra infatti mediamente più corta del 17-22%, una sensazione che pare dipendere dalla smania di arrivare a destinazione, che - al contrario - non influisce sul rientro a casa. Nel secondo caso, le previsioni si fanno più realistiche e valutiamo il tempo in base all'esperienza appena trascorsa.
Un caso interessante, però, riguarda i pendolari. Quando si passa dalla condizione di "prima volta" a una di ripetitività, la nostra mente non è più in grado di ingannarci, tanto da farci valutare i percorsi per ciò che sono. Le nostre aspettative si riflettono non solo sulle strade percorse, ma anche sui film visti o le storie raccontate.
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