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Animali
10 Luglio 2025 - 12:20
Le farfalle sono da sempre tra gli indicatori più sensibili della salute degli ecosistemi. Per questo motivo, un nuovo progetto di ricerca europeo, guidato dall’Università olandese di Radboud, si sta concentrando sullo studio di quattro specie molto diffuse nel continente: la Vanessa atalanta, l’Aglais io (detta anche occhio di pavone), l’Aglais urticae (Vanessa delle ortiche) e l’Araschnia levana (Vanessa levana).
L’obiettivo dello studio è analizzare gli effetti della deposizione di azoto e dello stress termico (causato dall’aumento delle temperature) su queste farfalle e sulle piante nutrici di cui si nutrono, in particolare l’ortica comune (Urtica dioica). Attraverso la raccolta e l’analisi di foglie di ortica, i ricercatori possono valutare la qualità della pianta e la sua correlazione con la presenza e l’abbondanza delle farfalle stesse.
Un elemento chiave del progetto è il coinvolgimento attivo della società civile nella raccolta dati, attraverso la cosiddetta “citizen science”. In questo contesto, le Aree Protette Alpi Marittime giocano un ruolo fondamentale: i loro guardiaparco, durante i monitoraggi nella Riserva Naturale di Crava Morozzo, non solo contano le farfalle, ma prelevano campioni di foglie di ortica e suolo, che vengono poi inviati ai ricercatori olandesi per l’analisi.
Questi dati si integrano con quelli raccolti dalla rete europea di monitoraggio delle farfalle, il European Butterfly Monitoring Scheme (eBMS), permettendo di avere una visione completa a livello europeo dello stato di salute di queste specie.
Il monitoraggio sistematico delle farfalle in ambienti fortemente influenzati dall’uomo, ma anche in zone alpine dove si osservano maggiormente gli effetti del cambiamento climatico, consente agli scienziati di individuare strategie di conservazione efficaci. Lo scopo è evitare il declino o la possibile estinzione di alcune popolazioni, fondamentali per la biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi.
Grazie alla collaborazione con il Comizio Agrario e sotto la guida della professoressa Simona Bonelli del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, sono stati definiti specifici transetti di conta presso il Parco del Castello di Rocca de’ Baldi, Mondovì Piazza e, in particolare, nella Riserva Naturale di Crava Morozzo, presso l’azienda agricola Agritrutta e la Foresteria dell’Oasi.
In questi spazi, che coprono pochi chilometri quadrati ma comprendono ambienti molto diversi — come aree rurali, frutteti, fasce fluviali, zone urbane, coltivazioni intensive e boschi di pianura — vengono monitorate le popolazioni di farfalle, spesso sotto forte pressione da parte delle attività umane che modificano gli habitat.
Se vuoi partecipare anche tu a questa iniziativa e diventare volontario nel monitoraggio delle farfalle, le Aree Protette Alpi Marittime ti invitano a unirti alla campagna “Effetto Farfalla”, un’occasione concreta per conoscere, proteggere e studiare questi straordinari insetti.
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